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I nuovi negazionisti e libertà di espressione.
Al prof. Antonio Caracciolo, docente di filosofia del diritto alla
Sapienza di Roma, gli è stata attaccata la classica, ma sempre
vergognosa e infamante, etichetta.
All’unisono tutti (coloro che rappresentano la Verità
e la Storia
quella vera ovviamente) si sono scagliati contro: dalla comunità ebraica romana,
al rettore della Sapienza, dal Presidente della regione per arrivare a
scomodare perfino il sindaco fascista Gianni Alemanno.
Il docente però non sembra voler arretrare e anzi ricorda che i
Ricercatori (quelli veri e non quelli prostrati e inginocchiati al
Sistema) hanno l’obbligo e il diritto di ricerca.
Tale squallido attacco è opera dei soliti noti, dei soliti gruppi di
potere, che impongono la (loro) versione della storia, la scrivono nei
(nostri) libri ufficiali di scuola e invece di discutere le idee,
attaccano le persone. E’ sempre la solita vecchia storia…
La redazione
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Intervista
ad Antonio Caracciolo
A cura di
Giovanna Canzano - http://www.politicamentecorretto.com
Canzano 1- Antonio
Caracciolo da filosofo del diritto come considera ed inquadra la libertà
di opinione e di ricerca?
CARACCIOLO – Alla luce di mie personali esperienze di
questi giorni, la libertà di pensiero non deve essere in nessun modo
confusa con la libertà di stampa. Anzi, possiamo ormai acclarare, nelle
condizioni concretamente date, che libertà di pensiero e libertà di
stampa siano termini antitetici. E mi spiego meglio.
Canzano 2– Come
mai, lei, un filosofo del diritto, è interessato alla difesa della
libertà di espressione? In modo particolare, nei confronti delle
organizzazioni sioniste italiane che, in questo momento, cercano di
perseguitarlo?
CARACCIOLO – È di questi giorni una dichiarazione del
“rabbino” Pacifici che invita apertamente ad introdurre in Italia le
leggi giù vigenti in Germania, per le quali io, secondo lui, sarei già
dovuto essere in galera per ciò che lui mi attribuisce di pensare. Non
credo che si dia data troppo la pena di sapere cosa io effettivamente
penso. Gli basta solo sapere che non sono un filo-israeliano e/o un
filo-sionista. Di non essere un “antisemita” l’avrò detto
un’infinità di volte, ma poco serve, quando si è ormai oggetto di
attacchi calcolati. Mi stanno mettendo alla gogna, in quanto
“negatore” di non si sa bene che cosa, e giocano su singole parole
di cui non si danno neppure la briga di leggere, nel vocabolario, cosa
esattamente significhino, né di verificare l’accezione che io ne
avevo dato. Stante l’odierna divisione del lavoro scientifico, ad uno
storico competerebbe tutta la materia relativa ai campi di
concentramento: cosa di cui, io, non mi occupo professionalmente, e su
cui non ho mie specifiche conoscenze e competenze. Rientra, invece,
perfettamente nella mia competenza di filosofo del diritto, tutta la
problematica connessa alla libertà di pensiero e di ricerca. Direi che
nessun’altra disciplina può, con maggior diritto, rivendicare questa
problematica. Quanto poi, io personalmente, sia bravo nel trattarla, è
altra secondaria questione. Mi pare, però, che nessuno se ne occupi
come sto facendo io: cioè, non in impenetrabili e astruse trattazione
accademiche, ma gridando ai cittadini: attenti! Vi stanno privando della
vostra libertà più preziosa, base di tutte le altre.
Canzano 3- Perché,
secondo lei, il diritto alla libera opinione è essenziale all'interno
di una qualunque società civile?
CARACCIOLO – Non esiste la mia libertà di pensiero, se
non esiste anche la libertà di pensiero di chi la pensa in modo
radicalmente diverso da me. Il pensiero nasce dal pensiero ed è spesso
interazione e contrapposizione ad un altro pensiero. Esistono purtroppo
“scorie”, come insulti, cattiverie, colpi bassi, ecc., che non
possono avere legittimità e che riguardano più la sfera della emotività
che non quella del pensiero, in una realtà dell’essere umano che non
si può immaginare a “compartimenti stagni”. Ma la loro condanna ed
eventuali loro sanzioni debbono essere sempre assai contenute in modo da
non uccidere, ovvero rendere impossibile il pensiero. Io penso come
sanzione massima ad un biasimo morale senza conseguenze carcerarie e
pecuniarie. Ma dovremmo trovarci in una società ideale. In ogni caso,
la sanzione può riguardare solo la violazione della persona (parlare di
corna e cornuti, vita sessuale, andare a puttane, etc.) e GIAMMAI
valutazioni di carattere generale su periodi e fatti storici o dottrine
e sistemi filosofici. Altrimenti si ritorna all’epoca delle
professione di fede, quando al singolo sotto tortura si chiedeva di
abbracciare o abiurare una determinata fede. In Germania, mi pare che
siamo ritornati agli anni più bui dell‘Inquisizione.
Canzano 4– Se tutti
hanno ufficialmente diritto alla propria opinione, come mai, poi, questo
diritto viene rispettato soltanto a favore di chi si allinea
sull’opinione dominante?
CARACCIOLO – La forma di potere dominante che si spaccia
per democrazia, richiede una fascia di consenso, ma anziché essere
libero, questo consenso, viene prodotto e manipolato tramite i canali
mediatici ed il controllo della carta stampata rigida. Abbiamo, a
parole, tutti gli stessi diritti e, sempre a parole, siamo tutti uguali,
ma poi, io, ho più diritti e sono più eguale di te. Quando si dice
regime, l’uso linguistico indica ormai qualcosa di molto negativo, in
pratica una forma di oppressione che nasconde le sua forme e si
presenta, addirittura, come sistema della libertà e della democrazia.
L’altro giorno, in una registrazione risalente non so a quale epoca,
ho sentito Pannella dire che lui, in questo regime, rifiuterebbe una
nomina di senatore a vita, che io, peraltro, non avrei difficoltà a
riconoscergli come ben meritata. Mi chiedo, però, se lui e la sua
“banda” radicale si rendano conto o meno di essere parte integrante
di questo regime.
Canzano 5- Lei, in
quanto filosofo del diritto, come considera la volontà di certe forze
politiche e culturali nazionali di introdurre anche in Italia delle
leggi che rimettono fondamentalmente in discussione gli articoli 21 e 33
della nostra Costituzione? E di conseguenza, anche il dibattito storico?
CARACCIOLO – Contro questo rinnovato tentativo è basato
tutto il mio impegno politico da quando sceso in campo, uscendo fuori
dalla mia sfera privata, dove non mi trovavo male. E quando dico libertà
di pensiero e di espressione, intendo qualcosa che non ha nulla a che
fare con la libertà della carta stampata, che è anzi nemica della
libertà di pensiero. Non è, la mia, una lotta elitaria che possa
interessare ristrette fasce di persone, ma la vivo come un aspetto
fondante di una Liberazione e di costruzione di una democrazia diretta
dei cittadini, come pare vi sia stata nelle antiche città greche.
Purtroppo, esiste – mi sembra – una scarsa consapevolezza da parte
dei cittadini sull’importanza fondamentale del diritto alla libertà
di pensiero e ricerca. I cittadini nella stragrande maggioranza sono
interessati a problemi di vitto e alloggio, e non hanno il tempo di
pensare al “regno dei cieli”: cioè, alla filosofia. Su questa
scarsa vigilanza dei cittadini, i politici trovano facile svendere
questo genere di diritti. Ecco, dunque, che si affaccia il “rabbino”
Pacifici che dice: come in Germania! Nel generale disprezzo di tutti i
partiti politici, il trasversalismo delle lobbies riesce a condizionare
l’intero parlamento, su interessi corporativi a danno di tutti gli
altri cittadini. Stiamo vivendo questo momento. Ci sveglieremo, un bel
mattino, e scopriremo che non potremo più dirci l’un l’altro
neppure “Buon giorno”.
Canzano 6- Secondo
lei, la legge Mancino è in contrasto o meno con gli articoli 21 e 33
della nostra Costituzione? E se è in contrasto, per quale ragione?
CARACCIOLO – La legge Mancino ha una sua precisa genesi
che occorrerebbe studiare e divulgare. Concettualmente, trovo quanto di
più assurdo immaginare che per legge si possa proibire l’odio e
imporre l’amore del prossimo. Al massimo, si sarà imposta
l’ipocrisia di Stato. Si vanifica l’idea stessa della legge, quando
si pretende, con essa, di disciplinare cose le sfuggono. Si può certo
punire l’omicidio, ma è impossibile intervenire su un odio lungamente
covato che può condurre ad un omicidio. Non ci riesce neppure Dio. Non
posso credere, ci riesca Mancino che ha dato il nome alla legge, ma che
esprimeva evidentemente gli interessi di quanti quella legge hanno
patrocinato. Dato poi il carattere di astrattezza e generalità che una
legge deve avere, quella legge pensata per produrre determinati effetti
e colpire determinati gruppi, si presta a scopi diversi da quelli
originari, certamente non commendevoli. Questa legge diventa facilmente
un pretesto per colpire avversari politici e gruppi minoritari che si
vogliono contrastare. Ci vuole poco a pretendere che un discorso di
lecito dissenso politico, venga fatto passare per incitamento
all’odio. In questo senso, la legge Mancino confligge con gli art. 21
e 33, il cui ambito si cerca di restringere sempre più.
Canzano 7- Si dice
che
CARACCIOLO – L’Europa che tutti volevamo, o almeno di
cui io ero sempre stato entusiasta, si sta rivelando una cosa assai
brutta. Per la sfera economica, ricordo la previsione di un mio
professore, Giuseppe Palomba, che nel 1976, diceva al riguardo: non
fatevi illusioni! I poveri saranno più poveri e i ricchi più ricchi.
Ma, anche la sfera dei nostri diritti di libertà sembra pure gravemente
minacciata. Erano già stati fatti, negli anni passati, tentativi di
estendere a tutti i paesi comunitari le pessime leggi tedesche,
francesi... Unificazione sul peggio. Ed il tutto, senza che neppure ce
ne accorgiamo, come non ci accorgiamo che l’Europa è ormai anche
formalmente un dominio americano. Oscuri potentissimi burocrati
producono una trasformazione silenziosa, al riparo di occhi e orecchie
indiscrete. Quanto per fare una citazione, rinvio ad un libro di qualche
anno fa: Paye, La fine dello stato di diritto. Temo che, da allora, le
cose siano ancora peggiorate. È vano aspettarsi dalla carta stampata la
conoscenza di questi processi in atto. Appena appena, grazie alla Rete,
si potrebbe saperne qualcosa, in un sistema di comunicazione
orizzontale, come appunto
Canzano 8 - Quando
CARACCIOLO – La legge si trasforma in uno di quei manuali
che nel Medioevo servivano per disciplinare il processo alle streghe e
alla loro condanna al rogo. Diventerà impossibile anche una
interpretazione filosofica della storia ed il filosofo, se vuol
continuare a vivere, si dovrà trasformare nel ministro di un nuovo
culto