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La
Banca Vaticana
Estratto
dal libro: «Tutto quello che sai è falso», Nuovi Mondi Media
Di Jonathan Levy
Molti credono che la Banca Vaticana sia una leggenda; dopo tutto la Città del Vaticano – luogo di palazzi, musei e cattedrali – cosa se ne fa di una banca? Ma la Banca del Vaticano esiste nel cuore della Città del Vaticano (vicino a Porta Sant’Anna), in una torre chiusa agli estranei. Ufficialmente la Banca Vaticana è nota come l’istituto per le Opere di Religione o IOR. In ogni caso la religione ha ben poco a che fare con la Banca, a meno che ci si riferisca ai cambiavalute che si sono nella chiesa.
«E Gesù entrò nel Tempio di Dio, e scacciò tutti coloro che compravano e vendevano nel tempio, rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie di coloro che vendevano le colombe» [ Matteo 21:12, versione di Re Giacomo ]
Mentre i
cambiavalute stavano semplicemente fornendo un servizio, in modo che le
tasse del tempio potessero essere pagate, la Banca Vaticana è stata
coinvolta in evasione fiscale, imbrogli finanziari e riciclaggio di oro
nazista. Il Papa, come unico azionista della Banca Vaticana, è uno
degli uomini più ricchi al mondo e, per associazione, uno dei meno
etici.
La Banca Vaticana ha la particolarità di essere una delle istituzioni
finanziarie più riservate al mondo. In realtà si sa molto poco di essa
se non quelle poche informazioni che il Vaticano rilascia. (…)
I possedimenti della Banca Vaticana sono un assunto spinoso e
apparentemente un grande mistero, sempre che si creda al Vaticano. Una
delle autorità più affidabili era Padre Thomas J. Reese, SJ, autore,
di parecchi libri riguardanti la Chiesa Cattolica, inclusi i bestsellers
«Inside the Vatican» e «Archbishop».
Basandosi sulle sue interviste ai membri del Vaticano, Reese dedica un
intero capitolo di «Inside the Vatican» alle finanze papali. Reese era
abbastanza sicuro riguardo al fatto di chi possedesse la Banca Vaticana:
«lo IOR è in un certo senso la Banca del Papa, che è il solo e unico
azionista. Lo possiede, lo controlla» (…)
Maggiori
informazioni riguardo lo IOR possono essere raccolte dalle cause civili
e penali. Il Papa fondò il precursore dello IOR nel 1887, che si
chiamava Commissione per le Opere Pie. Nel 1941 la Commissione fu
trasformata nell’Istituto per le Opere Religione «a scopo di lucro»
attraverso l’emissione di statuti promulgati con l’approvazione di
Pio XII. Il nucleo centrale su cui lo IOR era fondato consisteva nei
capitali della Santa Sede. L’eccedenza dei profitti, se ci fosse
stata, sarebbe stata affidata alla Santa Sede; recentemente lo IOR è
diventato sia una risorsa per i fondi operativi del Vaticano sia una
passività corrente, come nel caso «Alperin contro la Banca Vaticana».
La posizione pubblica della banca è quella di esser sempre stata fedele
al suo statuto ed esiste per servire la Chiesa, come previsto dalle
norme della banca, chiamate chirografi. La Santa Sede è il governo
ufficiale sia della Chiesa Cattolica di Roma sia della Città del
Vaticano, un micro-stato completamente indipendente situato a ridosso
del fiume Tevere, a Roma. La Città del Vaticano è sede di tre
istituzioni finanziarie: l’Amministrazione del Patrimonio della Sede
Apostolica (APSA), che funziona da Banca Centrale del Vaticano, il
Ministero dell’Economia e la suddetta Banca Vaticana (IOR). La Città
Stato del Vaticano – con una popolazione di soli 800 abitanti e un
territorio di 441.000 mq – è la nazione più piccola del mondo e
forse tre istituti finanziari così importanti potrebbero sembrare non
sembrare necessari, ma la Santa Sede è anche il governo temporaneo di
un miliardo di Cattolici in tutto il mondo e in quanto tale ha esigenze
e obiettivi che non possono essere soddisfatti mediante istituti bancari
convenzionali.
La Banca Vaticana
non è responsabile né verso la Banca Centrale del Vaticano né verso
il Ministero dell’Economia; infatti funziona in modo indipendente con
tre consigli d’amministrazione: uno costituito da cardinali di alto
livello, un altro costituito da banchieri internazionali che collaborano
con impiegati della Banca Vaticana e per ultimo un consiglio
d’amministrazione che si occupa degli affari giornalieri. Tali
strutture organizzative così chiuse sono la norma nella Santa Sede e
sono utili per mascherare le operazioni della Banca.
Lo IOR funziona come banchiere privato della Chiesa, dal momento che si
adatta perfettamente alle esigenze di una Banca diretta dal Papa.
Nonostante sia di proprietà del Papa, la Banca, sin dal proprio inizio,
è stata più volte coinvolta nei peggiori scandali, corruzione e
intrighi. Sotto felice auspicio, l’apertura della banca nel 1941 per
ordine di Pio XII, altresì chiamato il Papa di Hitler, ha fornito
convenienti sbocchi bancari ai fascisti italiani, all’aristocrazia e
alla mafia. (…)
La Banca Vaticana
afferma di non aver nessun documento relativo al periodo della Seconda
Guerra Mondiale; infatti secondo il procuratore della Banca Vaticana,
Franzo Grande Stevens, lo IOR distrugge tutta la documentazione ogni
dieci anni, un’affermazione alla quale nessun banchiere responsabile
crederebbe. Ciononostante, altre documentazioni esistono in Germania e
presso gli archivi americani, che dimostrano i trasferimenti nazisti di
fondi allo IOR dalla Reichsbank, e altri dallo IOR alle banche svizzere
controllate dai nazisti. Un famoso procuratore specializzato nelle
restituzioni dell’Olocausto ha documentato i trasferimenti di denaro
dai conti delle SS a una innominata banca romana nel settembre 1943,
proprio quando gli Alleati si stavano avvicinando alla città. (…)
Dalla fine degli anni Settanta, lo IOR era divenuto uno dei maggiori
esponenti dei mercati finanziari mondiali. Sotto la tutela del vescovo
americano (uno spilungone di 191 cm) Paul Marcinkus, il vescovo Paolo
Hnilica, Licio Gelli, Roberto Calvi e Michele Sindona, la Banca Vaticana
divenne parte integrante dei numerosi programmi papali e mafiosi per il
riciclaggio del denaro, in cui era difficile determinare dove finiva
l’opera del Vaticano e dove cominciava quella della mafia. Il Banco
Ambrosiano dei Calvi e numerose società fantasma dirette dallo IOR di
Panama e del Lussemburgo presero il controllo degli affari bancari
italiani e funsero da canale sotterraneo per il flusso di fondi verso
l’Europa dell’Est, in appoggio all’Unione nazionale anticomunista.
Marcinkus, capo dello IOR, fu Direttore del Banco Ambrosiano (a Nassau e
alle Bahamas), ed esisteva una stretta relazione personale e bancaria
fra Calvi e Marcinkus. Sfortunatamente, molti di quelli coinvolti non
erano solo collegati alla mafia, ma erano anche membri della famigerata
loggia massonica P2, con il risultato finale della spartizione del
denaro di altre persone, inclusa una singola transazione di 95 milioni
di dollari (documentata dalla Corte Suprema irlandese).
Non appena le
macchinazioni vennero a galla a causa di un errore di calcolo attribuito
a Calvi, le teste cominciarono letteralmente a rotolare. L’impero
bancario Ambrosiano fu destabilizzato da uno scontro ai vertici del
potere interno, che coinvolgeva la Banca Vaticana, la Mafia e il braccio
finanziario dell’oscuro ordine cattolico dell’Opus Dei.
L’Opus
Dei, in ogni caso, decise di non garantire per il Banco Ambrosiano e
Calvi fu trovato «suicidato», impiccato sotto il ponte di Blackfriars
a Londra, con alcuni sassi nascosti nelle tasche, una scena ricca di
simbolismo massonico.