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Cade
il governo all’ombra della squadra e compasso
Marcello Pamio
- 28 gennaio 2008
A cavallo
tra
Un’inchiesta delicatissima sui rapporti tra massoneria, ’ndrangheta
calabrese e politica, che sviluppò decine e decine di faldoni composti
da centinaia di migliaia di pagine!
Cordova svolse approfondite indagini sulle obbedienze italiane,
arrivando ad accertare che nessuna di esse risultava svolgere le nobili
attività dell’arte muratoria, ma che molte invece erano dedite
ad attività affaristiche e in alcuni casi illecite, e all’interno
delle logge, importanti politici andavano a braccetto con mafiosi e
criminali!
Tutta la colossale inchiesta del Procuratore di Palmi finì a Roma, e
come si sa, Roma è la capitale non solo dell’Italia ma anche degli
insabbiamenti giudiziari. Quando infatti si vuol archiviare una
inchiesta, basta spostarla lì.
Il 25 aprile
il Presidente della Repubblica Francesco
Cossiga attraverso un messaggio televisivo si dimette dalla carica,
con ben due mesi di anticipo, e sarà sostituito da Oscar
Luigi Scalfaro.
Il 23 maggio a Capaci, lungo l’autostrada, 1000 chili di tritolo
cancellano in un istante la vita (ma non certo la memoria!) del giudice Giovanni
Falcone, della moglie Francesca
Morvillo e degli agenti della scorta: Antonio
Montinaro, Rocco Di Cillo
e Vito Schifani.
Giovanni Falcone, stava indagando - tra le altre cose - sui flussi di
denaro sporco, e la pista stava portando a pericolosi collegamenti tra
mafia e importantissimi circuiti finanziari internazionali.[1]
Aveva anche scoperto che alcuni prestigiosi personaggi di Palermo erano
affiliati ad alcune logge massoniche di Rito Scozzese Antico e
Accettato (R.S.A.A. nonostante il nome ha sede a Washington).
Il 2 giugno al largo di Civitavecchia
sul panfilo della Regina Elisabetta II (Sua Maestà ufficialmente
è arrivata in Italia per mettere dei fiori sulla tomba di Falcone!)
avviene il più grande saccheggio dei patrimoni pubblici d’Italia, per
opera dei potentati bancari.
In quell’incontro (vero e proprio complotto) i rappresentanti della
finanza internazionale (poteri anglo-olandesi e statunitensi) discussero
assieme ad esponenti del mondo bancario e societario italiani le
privatizzazioni e le riforme politiche per l’Italia, nel contesto del
“progetto euro”. Non a caso il Trattato di Maastricht, che codifica
il sistema euro-EMU, fu sottoscritto proprio quell’anno.[2]
Giulio Tremonti, presente sul panfilo - per sua stessa ammissione
- come “osservatore”[3]
disse al Corsera che la “crociera sul Britannia simbolizzò
il prezzo che il paese dovette pagare tanto per ‘modernizzarsi’
quanto per restare nel club”
Tra i partecipanti c'erano i rappresentanti delle banche Barings
e S.G. Warburg, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Salomon
Brothers, Mario Draghi direttore generale del ministero del
Tesoro, Beniamino Andreatta dirigente ENI, Riccardo Galli dirigente
dell’IRI, ecc.
Importanti aziende (come Buitoni, Locatelli, Neuroni, Ferrarelle,
Perugina, Galbani, ecc.) sono state svendute ad imprenditori che agivano
in comune accordo con l’élite finanziaria anglo-americana, altre (Telecom,
ENI, IRI, ecc.) sono state smembrate e/o privatizzate.
Il 19 luglio
il giudice Paolo Borsellino salta in aria in via d’Amelio, assieme alla
scorta (Emanuela Loi, Walter
Cosina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Claudio
Traiana).
In settembre 1992 lo speculatore ungaro-statunitense-israeliano George
Soros (presente pure lui nel Britannia) lancia un attacco
speculativo alla lira.
Carlo Azeglio Ciampi (che per i suoi preziosi servigi verrà
premiato con
Tale criminoso attacco da parte dell’élite anglo-olandese e
statunitense, rappresentata in quella circostanza dall’israelita Soros
(agente dei Rothschild), portò ad una svalutazione della lira del 30% e
il prosciugamento delle riserve della banca d’Italia che fu costretta
(ovviamente era tutto concordato) a bruciare 48 miliardi di dollari nel
vano tentativo di arginare la speculazione.
L’enorme crisi portò alla scioglimento del Sistema Monetario Europeo
(SME).
Nello stesso
periodo s’inserisce pure la grandiosa bufala di Tangentopoli
che ha avuto altri obiettivi rispetto a quelli paventati mediaticamente.
Manipulite è servito ad attaccare obiettivi politici ben
precisi, e dare a noi popolo l’illusione di una pulizia che invece non
è mai avvenuta. I poteri forti, quelli veri, hanno continuato a
lavorare nell’ombra, assolutamente indisturbati…
La veloce carriera politica del superpoliziotto Antonio di Pietro, oggi
Ministro della Repubblica, dovrebbe far riflettere…
Dopo gli
assassini dei due grandi magistrati e grazie anche a Manipulite,
l’inchiesta Cordova è andata nel dimenticatoio: tutta l’attenzione
mediatica è stata dirottata altrove!
Arriviamo ai nostri giorni, perché il 27 marzo del 2007, il procuratore
di Catanzaro Luigi De Magistris inizia una inchiesta da nome
particolare Why Not (sulla falsariga di quella di Cordova)
proprio sui rapporti tra criminalità organizzata (mafia, n’drangheta,
camorra, ecc.), politica e finanza.
L’inchiesta parte dalla Calabria ma si estende rapidamente al resto
d’Italia e finiscono nel mirino politici (di destra e sinistra),
consulenti a livelli altissimi, finanzieri, un generale della Guardia di
Finanza, magistrati, affaristi, alcuni spioni dei servizi segreti (il
capogruppo del Sismi di Padova e uno del Cesis) e anche dei massoni.
Ventisei perquisizioni e venti indagati.
Sono
ufficialmente indagati tra gli altri il Presidente del Consiglio Romano
Prodi (per abuso d’ufficio), l’ex Ministro della Giustizia Clemente
Mastella (per abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti,
truffa all’Unione europea e allo Stato italiano).[4]
Si tratta di finanziamenti illeciti per milioni di euro alla Compagnia
delle Opere che passeranno nelle logge occulte di San Marino, per
poi svanire nel nulla, esattamente come l’inchiesta De Magistris! Farà
la medesima fine di quella del procuratore Cordova.
In una recente intervista al Corsera, De Magistris sfoga
denunciando una “strategia della tensione per opera di una
manina particolarmente raffinata: poteri occulti e massoneria,
soprattutto”. [5]
Continua dicendo che da quando ha iniziato “a indagare sui
finanziamenti pubblici europei. Da allora, è scattata la strategia
delle manine massoniche”.[6]
I media -
tutti controllati - hanno veicolato la notizia falsa dell’iscrizione
di Mastella nel registro degli indagati per violazione della Legge
Anselmi sulle associazioni segrete. Ma la cosa più interessante è
che Mastella stesso, prima che le agenzia di stampa lanciassero la
notizia falsa, aveva rilasciato una dichiarazione che con le
associazioni massoniche lui non ha nulla a che fare!
E’ stato avvisato in anticipo dall’amico giornalista o è
semplicemente cascato nella trappola che gli è stata preparata per far
cadere il suo governo? Quale trappola vi chiedereste? Alla fine sarà
tutto più chiaro.
De Magistris ha fatto il grave errore di sollevare il velo o grembiulino
delle fratellanze occulte e della loro interconnessione con la
politica, gli affari istituzionali, il denaro riciclato e la mafia.
I nuovi guru
dell'informazione
Il popolo non deve sapere tutto questo, e neppure che oggi l’Italia, e
tutti i gangli vitali dell’economia della finanza, delle
telecomunicazioni, ecc., sono nelle mani di fratelli legati da
giuramenti di sangue!
Forse
sto esagerando?
Durante l’incontro della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia
(la prima loggia per obbedienza in Italia con 18 mila fratelli) tenutosi
a Rimini dal 13 al 15 aprile 2007, dopo l’inno garibaldino “All’armi”
e “C’era una volta il West” di Morricone, il Gran
Maestro Gustavo Raffi ha letto il saluto di un grande amico della
massoneria, il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.
Successivamente, arriva anche il saluto ufficiale del governo Prodi,
letto in sala (davanti a migliaia di massoni con grembiulino, il collo
cinto da una fascia di raso terminante con un medaglione), dal
sottosegretario delle politiche giovanili Elidio
De Paoli.[7]
Avete
capito? Il governo dello Stato italiano, per voce di De Paoli, saluta i
massoni di Palazzo Giustiniani! Cosa questa non strana, perché Prodi è
stato (e forse lo è ancora) legato alla più potente banca ebraica
privata del mondo,
Sempre a Rimini non poteva mancare all’appuntamento lo storico Paolo
Prodi, fratello questa volta di sangue del più famoso Romano, che
definisce la massoneria del Grande Oriente come una “delle più
importanti agenzie produttrici di etica che abbia creato al suo seno la
storia dell’Occidente[8]”
Numerosi poi sono stati i prestigiosi relatori delle tre giornate (tra
cui il giornalista Oscar Giannino), ma per problemi di spazio non
è possibile elencarli tutti.
Per meglio
comprendere a che livelli è infiltrata la massoneria, è necessario
tornare indietro di qualche anno e precisamente all’11 luglio 2002
quando il Gran Maestro Giuliano Di Bernardo deposita a Roma,
presso un notaio, l’atto costitutivo degli Illuminati, la cui
sede si trova al numero
Membri di quest’ordine, che ricorda gli Illuminati di Baviera, sono: Carlo
Freccero (già direttore di Rai2 ed ex programmista di Fininvest),[10]
Rubens Esposito, (avvocato responsabile degli affari legali per
Quindi troviamo uomini legati ai media, all’esercito, alla finanza,
all’economica, ecc.
Vicina agli Illuminati di Di Bernardo sembra anche essere oggi
anche una delle realtà ebraiche più importanti a livello
internazionale, un vero e proprio simbolo della “Israel Lobby”.
Possiamo ricordare l’Anti-Defamation League, braccio armato del
B’nai B’rith (B’B’, la potentissima massoneria ebraica di
cui perfino Sigmund Freud ne era membro),
l’AIPAC, ecc.
Questi sono solamente alcuni nomi dei numerosissimi fratelli che
lavorano nel mondo bancario, nel mondo societario, all’interno delle
istituzioni, della politica, ecc.
Tutto questo
per concludere, che parlare di massoneria, poteri forti, Stato, mafia,
poteri bancari, crimine organizzato è la stessa medesima cosa. Non sto
dicendo che tutti i massoni sono disonesti, ma come disse qualcuno: “non
ho mai conosciuto un criminale che non fosse un massone”. Verità
sacrosanta.
Il collante tra i vari gruppi appena visti è la tessera di appartenenza
a qualche loggia occulta, coperta o meno, di stampo massonico o
paramassonico. Anzi possiamo affermare senza paura di smentita, che per
giungere ad occupare determinate poltrone o carriere, è necessario
appartenere a qualche loggia. Il motivo è presto detto: all’interno
di una gerarchia verticistica piramidale si è meglio controllati dai
vertici!
Ecco perché la caduta del governo Prodi è stata volutamente provocata
con lo scopo di distrarre e distogliere l’attenzione pubblica
dirottandola su qualcos’altro apparentemente
molto più importante.
Il bubbone
stava per scoppiare di nuovo, l’ennesima inchiesta della magistratura
(questa volta è toccato a De Magistris) stava per concludere che la
politica, come la mafia, sono strumenti nelle mani della libera
muratoria deviata! E questo non sa da fare e non sa da dire…
Passeranno le settimane, i mesi, e poi tutto tornerà come prima: ci sarà
un nuovo governo, magari tecnico con Dini o Draghi, nuove promesse agli elettori, nuove illusioni di
democrazia, nuovi scontri televisivi (tutti fasulli) tra politici nei
teatrini confezionati ad hoc, come per esempio “Porta a Porta”, “Ballarò”,
“Matrix”, ecc., il tutto con i sogni tranquilli dell’élite
economico-finanziaria, che riposa sempre all’ombra del compasso e
della squadra…
Poi verrà
un giorno, che un altro spregiudicato e incosciente
magistrato aprirà una inchiesta che porterà alla luce, per
l’ennesima volta, la collusione tra massoneria, apparati dello Stato e
criminalità organizzata, e naturalmente finirà tutto con un attentato,
con un cambio di governo e lo spostamento a Roma dell’indagine. Pochi
se ne accorgeranno perché il restante popolo sarà intrattenuto,
rimbambito e deviato dalla luciferica televisione…
Questa è l'Italia!