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Il gran ritorno dei confratelli nelle istituzioni
Un Dio di Templare
Rita Pennarola – “La Voce della Campania”
www.lavocedellacampania.it

Davvero eroici, i Cavalieri Templari. E sempre più “intimi” delle istituzioni. Quelle italiane, non meno di quelle mondiali. Come il ministero per le Attività produttive di Antonio Marzano. O quello per le Politiche comunitarie guidato da Rocco Buttiglione. Senza contare, in rapida sequenza, l’Unesco, la Nato e perfino l’Onu. Un tourbillon da far girare la testa. Ma assolutamente reale. Partiamo dall’inizio. I Templari tornano nelle cronache della grande stampa italiana a inizio ottobre scorso, quando uno dei body guard rapiti in Iraq, il siciliano Salvatore Stefio, riceve a Palermo l’investitura di Cavaliere Templare nel corso di una solenne cerimonia. "Indossa un mantello bianco e una croce rossa sul petto. E da ieri è un cavaliere templare. L'investitura di Salvatore Stefio, uno dei quattro ex ostaggi italiani in Iraq - scrive il 18 ottobre La Sicilia - si è svolta nel pomeriggio di ieri durante una cerimonia nella chiesa di San Giovanni dei Napoletani". "E' un momento molto significativo - afferma il neotemplare Salvatore Stefio - perché rappresenta un ricongiungimento con la sacralità del tempio e dell'ordine dei Templari a cui tengo molto. Per me che ho vissuto la prigionia in terra islamica i principi dei Templari sono molto sentiti. I cavalieri sono stati un elemento di congiunzione tra il cristianesimo e l'islam in un'ottica di missione di pace". "La cerimonia - aggiunge il quotidiano - è stata celebrata dal Gran Precettore d'Italia e Commendatore di Palermo, Pietro Testa". La notizia arriva proprio nei giorni caldi in cui scoppia il caso “mercenari”, come il gip di Bari Giuseppe Debenedictis definisce i vigilantes rapiti nell'ordinanza che prevede il divieto di espatrio per Giampiero Spinelli, il barese indagato per arruolamento non autorizzato al servizio di uno Stato estero, amico di Umberto Cupertino. Si erano infatti concentrate sulla società Presidium, che sarebbe presieduta da Salvatore Stefio, le indagini della Procura di Bari, la quale indaga sull’arruolamento degli ex ostaggi italiani. Il pm Giovanni Colangelo, titolare dell’ inchiesta, dopo aver ascoltato Cupertino e Maurizio Agliana, aveva deciso di rinviare la convocazione di Stefio, proprio per completare gli accertamenti riguardanti la società che potrebbe essere a lui collegata, vale a dire la Presidium international corporation, con sede alle Seychelles. "Dopo l’ avvio delle inchieste giudiziarie sull’ arruolamento di cittadini italiani - si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno - il sito web della Presidium è stato modificato. Ad esempio sono state tolte alcune parti, tra le altre quelle relative ad un riferimento della società a Sammichele di Bari, ad un numero di cellulare che - a quanto si è potuto sapere - apparterrebbe (ma non vi sono certezze) a Spinelli e ad un referente che è proprio Salvatore Stefio". Un filo di luce nell’oscuro groviglio internazionale di sigle per la security che coinvolgerebbero Stefio, potrebbe oggi essere offerto proprio dalla ricostruzione del milieu templare entro cui s’inscrive la sua recente affiliazione. E allora vediamo.

TEMPLARI CONTRO TEMPLARI
Non di uno, ma di "numerosi Ordini Templari" si parla negli atti di inchieste sulle stragi aperte in Sicilia e in altre Procure italiane. L’origine storica, risalente ai Cavalieri del Tempio di Gerusalemme e alle Crociate, é la medesima, ma numerose sono state nel tempo - ed anche in anni recentissimi - le scissioni. A raccontare le cronache degli ultimi “scismi” é uno dei due rami principali dei Templari, vale a dire quell’ O.S.M.T.J. (Ordre Souverain et Militare du Temple de Jérusalem) Gran Priorato della Lingua d’Italia, che sul piano giuridico é un’associazione onlus, registrata col numero 3087 e sede in Montevecchia (Lecco). Nel "1996-1997 - si legge nell’ampia cronologia pubblicata da quest’Ordine - scomparso il Gran Balivo del Nord, Carlo Franchini, quello del Centro-Sud Italia Bagnai, residente a Firenze, abbandona l'Ordine insieme a Haimovici e Venceslai, fondando un ordine OSMTJ-OSMTH del tutto personale e, naturalmente, senza alcun riconoscimento ufficiale dell'Ordine O.S.M.T.J". Nasce dunque così in Italia l'Ordine dei Cavalieri del Tempio di Jérusalem, quella vasta diramazione templare che vede oggi in Stelio Venceslai il suo Gran Priore d’Italia, in Pietro Testa il Commendatore di Palermo e, appunto, in Salvatore Stefio uno fra gli ultimi affiliati in ordine di tempo. Ed é proprio seguendo le gesta di Stelio Venceslai che parte l’incredibile intreccio fra istituzioni e Templari. Partiamo dal Venceslai “uomo di Stato”. Il 2 ottobre 2002 il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione e il suo collega al Welfare Roberto Maroni varano l’insediamento dell’organismo che avrà "il compito di coordinare e attuare a livello nazionale le misure previste dalla Decisione del Consiglio dell'Unione Europea del 3 dicembre 2001, che definisce l'anno 2003 come l'anno europeo delle persone disabili". Tutti prescelti fra i più alti ranghi dai rispettivi ministeri, i componenti. Fra loro c’é il "Dott. Stelio Venceslai - Ministero delle Attività Produttive". Non meno rilevanti le funzioni svolte da Venceslai con il precedente governo. Nel ‘99, ad esempio, troviamo il suo nome nel Comitato di esperti insediato dalla presidenza del Consiglio con il compito di "definire le linee strategiche di indirizzo per un approccio globale e sistematico alla problematiche inerenti alla rete internet", in quanto designato dal ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato. 

A giugno 2002, partecipando in Sardegna ai lavori dell'undicesimo Congresso Internazionale dei Bic Europei, Venceslai avanza la proposta di trasformare i Bic "in soggetti attuatori della qualità delle imprese che si insediano nei paesi dell'Ocse ed extra Ocse". La più recente presenza pubblica risale al 18 ottobre scorso, quando Venceslai é fra i relatori del convegno nazionale su ‘Responsabilità etica e sociale dell’impresa”, in qualità di "esperto di Cooperazione Economica Internazionale". Ma cosa ha a che vedere il professor Stelio Venceslai, alta carica del ministero per le Attività produttive, col Gran Priore d’Italia dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio di Jérusalem (con sede a Roma in viale Regina Margherita 140), Stelio W. Venceslai? La “differenza” starebbe tutta in quella “W”, sempre presente nelle pubblicazioni e negli atti dei Templari, regolarmente assente se si parla del Venceslai funzionario al ministero. Una pubblicazione di trent’anni fa, in tempi non sospetti, aiuta a sgombrare il campo da equivoci. Nel 1975 il professor "Venceslai, Stelio W." pubblica un saggio su “La politica industriale della Comunità” per la rivista della Luic, l’Università di studi economici di Castellanza, in provincia di Varese. Nello stesso anno esce sul medesimo periodico un altro intervento a sua firma, riguardante “Le imprese pubbliche europee”. Ne dà notizia l’Associazione Essper, fondata proprio per guidare studiosi ed esperti finanziari nella ricerca delle principali pubblicazioni in materia. In quel periodo, dunque, la “W” era ancora presente nella firma di un autore dei più importanti saggi sullo sviluppo economico della Comunità europea. E di quella corposa esperienza internazionalista deve aver fatto tesoro, in questi anni, il Gran Priore dei Templari Stelio W. Venceslai. A cominciare dal fatto che il suo nome ricorre più volte come rappresentante di diversi Stati nell’elenco dei Gran Precettori de La Rochelle, istituto mondiale dei Cavalieri Templari. Con referenti massimi in Australia (reverendo David Manning), Giappone (Steven Smith), Canada (reverendo Ron Matthewman) ed America Latina (Robert Robano), l’International Knights Templar conta ben 46 sedi di rappresentanza in Europa. Stelio Venceslai é presente nell’elenco quale referente per quelle di Andorra, Malta, Moldavia, Romania, San Marino, Spagna e Città del Vaticano. Gran precettore mondiale de La Rochelle é il norvegese Fredrik S. Michelet. 

Lo stesso compito spetta, per l’Europa, a Marcel De Picciotto che risiede a Boulogne, in Francia. Precettori per l’Europa Centrale e per il Sud America sono rispettivamente il tedesco Simon de Saint Claire ed il già citato Robert Robano. Il Segretariato generale é in Slovenia, la Tesoreria in Grecia. Per le questioni legali ci si rivolge negli Stati Uniti e precisamente al "Grand Avocat Donald A. Weadon jr", con studi in Pensylvania, a New York e Washington. La Commenda di Palermo - quella alla quale é stato iscritto Stefio - pubblica inoltre l’elenco aggiornato dei link relativi ai Gran Priorati nel mondo. Dal Galles all’Austria alla Finlandia, fino a Germania, Scozia, Serbia e Stati Uniti, la presenza di questi Templari risulta diffusa ovunque. Spiccano la delegazione Italiana (quella romana di viale Regina Margherita, affidata a Venceslai) ed una delegazione della Nato, con sede ad Arlington, affidata alle cure del Gran Priore Richard S. Flahavan. Il marcato segno filostatunitense, del resto, é apertamente visibile in apertura del sito, versione inglese. Ad accogliere il visitatore c’é infatti l’immagine dell’ammiraglio James J. Carey, indicato come Gran Maestro dell’Ordine che in Italia fa capo a Venceslai. Poco più sotto, altre sorprese.

IN GEMELLAGGIO CON L’UNICEF
Un annuncio informa che l’8 marzo di quest’anno é stato sottoscritto a Roma un Protocollo d’Intesa tra il Comitato Italiano dell’Unicef ed il Gran Priorato d’Italia di questi Templari, per l’avvio di una collaborazione permanente tra i due organismi, a partire dal collegamento tra i rispettivi siti web, fino alla "partecipazione dei Comitati provinciali dell’Unicef alle manifestazioni dell’Ordine ed alla eventuale partecipazione del G. Priorato a progetti di comune interesse od alla proposizione di proprie iniziative". Ecco alcuni passaggi dell’intesa: "Considerato il fondamentale ruolo di mediazione dell’Unicef nella protezione dei diritti dell’infanzia (...), considerati gli scopi del Gran Priorato d’Italia - OSMTH", si stabilisce che il Gran Priorato italiano "intende collaborare in maniera continuativa con il Comitato italiano dell’Unicef in relazione alla difesa dei diritti dei bambini in tutto il mondo per migliorare le loro condizioni di vita". Per far questo, il Gran Priorato italiano s’impegna ad "avere regolari contatti con l’Unicef per partecipare effettivamente ai progetti e alle iniziative della Commissione in ogni modo possibile". I Templari promettono inoltre contributi economici ai progetti della Commissione "per un importo annuale pari a 5.000 euro, esprimendo, quando necessario, opinioni su progetti e iniziative della Commissione". Ancora: "Il Gran Priorato d’Italia s’impegna ad informare i suoi cavalieri sui progetti della Commissione e di sollecitare ciascun cavaliere alla collaborazione tra i comitati provinciali dell’Unicef e le autorità locali del Gran Priorati per organizzare eventi che facciano conoscere le iniziative dell’Unicef". Dal canto suo, il Comitato italiano Unicef si incaricherà di "informare regolarmente il Gran Priorato d’Italia-OSMTH sulle proprie iniziative future" e a linkare sul proprio sito web quello del Gran Priorato. Uno scambio di link che l’Unicef non ha finora mantenuto. A differenza di quanto accaduto per l’intesa siglata appena due mesi dopo, a maggio, tra Unicef e Polizia di Stato nelle persone del capo della Polizia Gianni De Gennaro ed il neo-riconfermato presidente di Unicef Italia, il settantaduenne chirurgo plastico catanese Giovanni Micali: dal sito della Polizia, infatti, oggi un link collega direttamente a quello dell’Unicef Italia.

NEOTEMPLARI ALL’ONU
Bando, dunque, ad ogni piagnisteo sul destino cinico e baro che ha perseguitato Crociati e templari dal 1300 ai nostri giorni. Stelio Venceslai, su questo punto, ha le idee chiare. A novembre 2003 un comunicato del Gran Priorato austriaco ricorda che "il fratello Venceslai ha proposto di stabilire un “fondo monetario” dei Templari". L’idea pare non sia stata ancora attuata, ma questo non scalfisce la concretezza degli ideali propagandati dal Cavaliere Venceslai, bolognese di nascita, classe 1935, socio dell’elitario Rotary Nord della Capitale. "Il nostro vero scopo - chiarisce rivolto agli aspiranti Templari - é di raccogliere risorse significative con le nostre iniziative, stimolando donazioni e sponsorizzazioni". "Il nostro Ordine - aggiunge - pubblica le sue regole, dà visibilità alle sue strutture ed alle sue azioni. Tutto ciò per noi è molto importante ed è per questo che le varie branche nazionali sono legittimamente inserite nell'ordinamento civile dei rispettivi Stati d'appartenenza e che lo Statuto del nostro Ordine è stato regolarmente registrato in Svizzera e che abbiamo recentemente ottenuto lo status di ONG dalle Nazioni Unite". Dopo le notizie sull’intesa con l’Unicef, arrivano insomma nei precetti di Venceslai ai suoi affiliati ben due “novità” in un solo colpo. Primo: i Templari sono stati riconosciuti ufficialmente Organizzazione Non Governativa. Secondo: il riconoscimento é avvenuto ad opera dell’Onu. Con protocollo numero 19885 del luglio 2002, la Sezione NGO delle Nazioni Unite informava i Cavalieri - secondo il documento riportato nel loro sito in versione fotografica - che "l’Economic and Social Council ha deciso di concedere all’OMSTH lo status speciale e consultivo di Organizzazione Non Governativa". Quindi, "l’organizzazione può ora designare rappresentanti ufficiali alle Nazioni Unite di New York e agli Uffici delle Nazioni Unite a Ginevra e Vienna". "I rappresentanti designati possono prendere i pass nelle sedi loro assegnate". Segno dei tempi. 

Un saggio di Luigi De Anna pubblicato su Nobiltà, la rivista dell’Istituto Genealogico Italiano, getta luce proprio su questo fenomeno: il neo-templarismo. "Non si può affrontare il tema dei self-styled orders o delle organizzazioni di ispirazione cavalleresca - chiarisce De Anna - senza tenere conto del filone neo-templare, anche in considerazione della fioritura in numerosi paesi di organizzazioni che si ispirano alla tradizione templare, prima tra tutte l’OSMTH (Ordine Sovrano e Militare del Tempio di Gerusalemme), l’associazione neo-templare di maggior rilievo oggi a livello internazionale, che ha recentemente acquisito addirittura lo status di organizzazione non governativa riconosciuta dalle Nazioni Unite grazie ad un’opera di lobbyng evidentemente molto efficace". Lo spunto era stato offerto dal volume De Militum Templi Ordinis Regula Libriisque Cogniti, "curato da Nicolas Haimovici Hastier in collaborazione con Stelio W. Venceslai". Ciascuna fra le pubblicazioni riportate nel libro reca la prefazione "del contrammiraglio James J. Carey". Certo, é proprio lui: lo stesso Carey che abbiamo incontrato come Gran Maestro mondiale dell’Ordine ma, soprattutto, lo stesso ammiraglio che nel 1989 l’allora presidente americano George Bush senior aveva nominato numero uno della Commissione Marittima Federale. Lo stesso personaggio che compare nell’esclusivo elenco dei membri di Naval Order, vale a dire la più antica ed esclusiva Società navale americana. Insomma, un altro uomo delle istituzioni al vertice dei Templari nel mondo.


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