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La
dittatura europea: intervista alla d.ssa Isa Magli
www.bdtorino.net
- http://www.bdtorino.net/le_nostre_interviste/3142-ida-magli-a-torino-presenta-la-dittatura-europea.html
Qual è l’origine di quella che Lei ha definito “la dittatura
europea”?
Le origini
vengono da molto lontano. Un progetto di “pace perpetua” fondato
sull’omogeneizzazione di tutti i popoli e di tutti gli Stati, in
primis di quelli europei, risale al primo Umanesimo ed è passato poi ai
Filosofi del Settecento fino a Kant che ha scritto appunto un
“Progetto di pace perpetua”. Si trattava con tutta evidenza di un
discorso filosofico, un’ipotesi teorica priva di qualsiasi aggancio
con la realtà, ma i politici e i finanzieri anglo-americani se ne sono
serviti, alla fine della prima guerra mondiale, per lanciare, sotto
l’ideale della pace, l’idea di un’unione degli Stati europei.
Un’unione federale a guida americana che in realtà doveva dare inizio
ad una economia e ad un mercato mondiale.
Qual è il rapporto dare/avere fra l’Unione Europea e l’Italia?
Non credo
che si possa parlare di un rapporto dare-avere. Qualcuno presenta ogni
tanto un bilancio di quanto l’Italia dà all’Unione in denaro come
la quota obbligatoria dell’Iva annuale, gli stipendi e le spese
dell’europarlamento e quanto riceve di contributi all’agricoltura e
altre cose del genere, ma si tratta ovviamente di bilanci senza senso.
In che modo, infatti, si può calcolare il danno della perdita della
sovranità sulla moneta, con tutto quello che ha comportato e che
comporta di pagamento degli interessi (signoraggio) ai banchieri della
Banca centrale europea? In che modo calcolare la perdita del proprio
territorio con l’eliminazione dei confini stabilita con il trattato di
Schengen? La perdita dell’indipendenza del proprio Stato con la
connessa perdita del prestigio del nome di una nazione e di una civiltà
che ha impresso, dal tempo di Roma in poi, il proprio volto
all’Europa? Per non parlare della perdita della libertà di produzione
dei propri prodotti, con l’imposizione pianificata delle colture
agricole, dallo sterminio di magnifiche mucche allo scambio di frutta
che viaggia da un capo all’altro del mondo per unificare pomodori
cinesi e zucchine brasiliane di perfetta misura bruxelliana. Non
esistono bilanci al mondo che possano fare simili calcoli.
Quali sono i lati oscuri che il progetto Europa nasconde?
Quello che
non è mai stato detto chiaramente da nessuno dei nostri politici: lo
scopo finale della globalizzazione, il Governo unico mondiale. La
riduzione all’uguaglianza di comportamento per tutti i popoli: una
sola lingua, una sola religione, una sola moneta, una sola identità,
una sola cultura, un solo Stato. La “guida” sottostante a quella dei
governanti sembrerebbe massonica, in quanto questi sono fin
dall’inizio gli ideali massonici, ma non ne esistono prove.
Personalmente però io sono convinta che la globalizzazione non sia, non
possa essere la meta finale, ma piuttosto lo strumento per uno scopo
ulteriore di cui non so nulla. Il motivo per il quale ritengo che la
globalizzazione non possa essere la meta finale, è presto detto: non è
possibile mantenere miliardi di uomini immobili nella posizione
raggiunta. La lingua, per esempio, si trasforma da sé senza che nessuno
ne sia consapevole e lo voglia (pensiamo, per esempio, a quanto sia
diverso l’italiano di oggi dall’italiano di Dante); i legami, gli
affetti fra i gruppi territorialmente più vicini diventano
necessariamente più forti ( nell’affetto o nell’ostilità) che con
i gruppi lontani, e così via. Insomma l’uguaglianza non perdura
neanche per brevissimi periodi se non con la violenza di un potere
dittatoriale (come è successo nel mondo sovietico) e, dopo il periodo
della dittatura, sicuramente il governo mondiale non potrebbe
sussistere.
Quali danni ha prodotto l’euro all’economia nazionale?
Talmente
grandi che non è possibile calcolarli. Il passaggio alla moneta unica
è stato chiamato “la rapina del secolo” ma in realtà soltanto
cinque o sei banchieri, quelli che l’hanno progettata e che ne hanno
incassato il frutto, sono in grado di fare un calcolo.
E’ proprio su questo fatto, ossia che i popoli non avrebbero mai
potuto avere un’idea esatta, matematica, di quello che stava
succedendo, che i banchieri hanno contato nel compiere la rapina. Se ci
atteniamo, del resto, anche soltanto a quello che abbiamo sotto gli
occhi, non possiamo sbagliarci: con uno stipendio mensile di due milioni
di lire un qualsiasi cittadino italiano viveva bene, con i
corrispondenti mille euro non riesce a vivere. Ma è impossibile anche
calcolare il danno prodotto dall’ansia di dover utilizzare una moneta
sconosciuta, il timore di sbagliare perdendo quel poco che si possiede;
inoltre il raddoppio generalizzato dei prezzi che è stato dovuto, non,
come si è detto, alla disonestà dei commercianti ma alla inflazione
volutamente inserita, per assorbirla all’insaputa dei cittadini, nel
falso valore assegnato all’euro. Un’inflazione che continuiamo a
scontare senza speranza di recupero, mentre la Bce ne dichiara a stento
il 2%, e che ha portato sull’orlo del fallimento i Paesi in cui era più
alta, Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Dobbiamo assolutamente uscire
dall’euro se vogliamo salvarci.
Quali danni sta producendo il trattato di Schengen su sicurezza e
certezza del diritto?
Ogni Stato
è stato sempre fornito di confini: non è uno Stato se non possiede un
determinato territorio. Quindi, per prima cosa, l’Italia non è più
uno Stato. Cosa che, del resto, è lo scopo primario dell’unificazione
europea: l’eliminazione degli Stati. In concreto poi succede che non
esistono né controlli per le persone né dogane per le merci, che,
secondo il Trattato di Maastricht, devono circolare liberamente in tutta
l’Unione. L’immigrazione è esplosa ovviamente a causa della
mancanza dei confini: se uno non ha la porta non può accusare nessuno
di essere entrato in casa sua, o meglio non può affermare di avere una
casa propria. Chiunque sia cittadino dell’Unione può stabilirsi in
Italia e ha diritto di voto attivo e passivo alle elezioni
amministrative. Ma c’è chi propugna il diritto di cittadinanza e di
voto anche per gli extracomunitari giunti da ogni parte del mondo quasi
da invitati perché la caratteristica che accomuna da sempre tutti i
nostri governanti è un assoluto disprezzo e odio per l’Italia e la
volontà di calpestare, di distruggere gli Italiani chiamando gli
stranieri. L’hanno fatto per duemila anni e continuano a farlo.
Vengono tutti in massa, perciò, in Italia, terra sognata da secoli …
Secondo Lei il Progetto Europa è fallito prima ancora di
cominciare?
Che sia
fallito credo che sia cosa ormai ben visibile a tutti. In un certo senso
è fallito anche prima di cominciare perché ovviamente lo scopo era
quello dell’unificazione politica e l’unificazione politica di
Nazioni come la Francia, l’Inghilterra, la Germania, la Spagna,
l’Italia (solo per citare le più importanti), con una propria
lunghissima storia di civiltà, con una propria lingua, una propria
letteratura, un proprio itinerario di indipendenza non era neanche
“pensabile”. I vari Kohl, Mitterand che hanno voluto a tutti i costi
l’unione, hanno cominciato dalla moneta proprio perché sapevano di
non poter realizzare l’unione politica. Si è trattato perciò di
operazioni “a tavolino”, prive di realtà, pura finzione.
“l’Europa è un bluff” come dice il prof. Lucio Caracciolo,
profondo esperto di geopolitica ma anche uomo di sinistra amico di
Enrico Letta. Sì, è un bluff, ma giocato, sotto le vesti della
democrazia, con la vita dei popoli, con la loro identità, con la loro
libertà, con i loro affetti, con le loro ricchezze. Un crimine che
ancora nessun imperatore, nessun dittatore, nessun tiranno aveva mai
compiuto.
A chi attribuisce i “meriti” della nostra entrata nel sistema
euro?
Non ci sono
dubbi: a Ciampi e a Prodi. Con l’appoggio di tutti gli altri, ma
soprattutto della sinistra che infatti ha chiamato, con una mossa a
sorpresa, Romano Prodi a proprio leader, sebbene si trattasse di un
vecchio democristiano, esclusivamente a questo scopo: portare l’Italia
nell’euro ingannando l’elettorato, gli operai, che mai avrebbero
potuto supporre che la sinistra fosse schierata dalla parte dei
banchieri, dei capitalisti. A Ciampi, invece, governatore della Banca
d’Italia e di conseguenza supposto grande esperto di operazioni
valutarie agli occhi degli Italiani, è stato affidato il compito di
svalutare la lira fino al limite del crollo e svendere quasi tutti i
beni dello Stato per portare l’Italia nelle condizioni economiche
accettabili da parte dell’Europa. Non so immaginare quale apposito
girone dell’Inferno Dante avrebbe creato per questi due uomini se
avesse avuto l’orribile disgrazia di conoscerli.
Cosa si può fare per ricostruire il sistema sociale ed economico
nazionale?
Sospendere
immediatamente il trattato di Schengen così da potersi difendere con
tutti i mezzi possibili dall’immigrazione e dallo stanziamento nel
nostro territorio di stranieri di ogni tipo. E’ inutile appellarsi
all’UE come fanno i nostri ministri dell’estero e dell’interno.
L’Unione europea è stata creata appositamente per distruggere le
Nazioni, gli Stati, l’identità dei popoli, per cui l’immigrazione
è provocata e incoraggiata come lo strumento più adatto per
raggiungere questi scopi. L’Italia deve guardare in faccia questa
realtà e, anche ammesso che i politici non possano dirlo apertamente,
contare soltanto sulle proprie forze e approntare mezzi di difesa molto
stringenti e coercitivi. Il nostro piccolissimo territorio non può
ospitare neanche una persona in più (al momento dell’unità
d’Italia la popolazione non arrivava ai 25 milioni, oggi supera i 60.)
Esistono continenti e paesi vastissimi e quasi disabitati come il
Canada, gli Stati Uniti d’America, l’Australia, l’Africa, la
Russia: non ha senso che quelli che vogliono cambiare paese vengano in
Italia.
Contemporaneamente alla sospensione di Schengen, l’Italia deve uscire
dall’euro, riprendendosi la sovranità monetaria. Si tratta di
un’operazione consigliata da molti economisti sia italiani che
stranieri a tutti i paesi che hanno economie troppo diverse per poter
essere omologate in un’unica linea direttiva. Avrebbe un costo,
sicuramente, ma nulla in confronto ai vantaggi di breve e di lunga
durata. Inoltre, dato che l’euro e la Banca centrale europea sono le
uniche istituzioni concrete dell’UE, abbandonarle avrebbe il
significato concreto di un giudizio negativo reale nei confronti
dell’unificazione europea.
Secondo Lei l’Italia ha bisogno di ritrovare gli italiani oppure
si è rassegnata?
Il problema
sono i leader, i governanti, i politici di tutti i partiti, il Papa, il
clero. Sono loro che – lo ripeto con forza – vogliono la distruzione
dell’Italia e tendono al multiculturalismo e al mondialismo massonico.
I popoli non sono in grado di prendere l’iniziativa senza una guida,
senza un capo. Spero, tuttavia, che qualcuno, non so bene chi, senta
l’amore per l’Italia e per la sua libertà e dia inizio alla
liberazione. Nella Lega sono presenti molti fermenti contro il
predominio della Banca centrale europea e contro la massoneria
installata ai piani alti dell’Europa. So anche per averlo constatato
di persona che esistono piccoli movimenti sparsi contro l’euro, a
cominciare dall’ormai classico partito “No euro”. La mia
associazione “Gli Italiani liberi” è piena di persone che vogliono
la libertà d’Italia da qualsiasi dominazione straniera, compresa
quella statunitense. Non abbiamo le forze economiche indispensabili per
l’organizzazione di un partito, ma io spero che ci si possa mettere
tutti insieme, al di là di ogni ideologia, per liberare l’Italia.
Ida Magli