Il Festival dell'Osceno
di R. Manfredini -
tratto da
www.bastabugie.it
Il decadimento della
cultura pop è indice di una saturazione del mercato della dissoluzione, ormai
impossibilitato a uscire dal recinto della trasgressione obbligata in cui si è
cacciato: le devianze sessuali e i comportamenti antisociali sdoganati dalle
odierne popstar passano quasi inosservati, soppiantandosi a vicenda in una sorta
di manierismo porno-soft.
Il genere è condannato a ripetere compulsivamente gli stessi modelli di
trasgressione, oppure ad alzare il livello fino al parossismo.
La gara alla pornificazione inizia con Veronica Ciccone, nota a tutti come Madonna. La 'Regina del Pop' debutta negli anni ’80, quando la rivoluzione sessuale ha esaurito la carica sovversiva e il consolidamento del disordine morale permette la liaison tra marketing e trasgressione. È impossibile valutare questa cantante esclusivamente sotto l’aspetto musicale: la sua influenza sui costumi è incomparabile e, nonostante abbia più volte cercato una legittimazione artistica, non è mai riuscita a emanciparsi dal cattivo gusto e dalla volgarità.
Dopo un decennio in bilico tra canzonette commerciali e aspirazioni cantautoriali, nel 1992 Madonna decide di alzare il livello della provocazione con un disco (Erotica) e un album fotografico (Sex) che sanciscono la nascita del “formalismo erotizzante” di cui parlavamo. I critici interpretano questo impasto di sentimentalismo e oscenità come una reazione espressionistica al trionfo dell’Aids sulla rivoluzione sessuale. Madonna stessa si fa redentrice del pansessualismo e nell’introduzione a Sex si scusa di aver immaginato "un mondo perfetto, un mondo senza Aids" e di non aver fatto propaganda all’uso del preservativo.
Veronica Ciccone,
l'Escalation dell'Oltraggio
Nel corso degli anni ’90 la Ciccone (divenuta nel frattempo Queen of
obscene, regina dell’osceno), tenta di rifarsi un’immagine presentandosi come
madre, benefattrice e cantautrice impegnata. Nell’album Ray of Light (1998)
emerge la sua conversione alla dottrina della Cabala, rielaborata dal rabbino
hollywoodiano Philip Berg: cercherà di sacralizzare i momenti peggiori della sua
carriera con le viete teorie dell’androgino primordiale e della bisessualità
divina. Oltre a ciò, la pop star cavalca anche la moda omosessualista che in
quegli anni sta conquistando il monopolio mediatico: l’amore gay, estrapolato
dal cotè orgiastico nel quale lo aveva relegato, ora è rappresentato dalle due
coppie fisse del video di American Pie (2000).
Rassegnata all'impossibilità di inseguire le nuove tendenze musicali, nel 2003 Madonna intende confermare il suo ruolo di 'patronessa' esibendosi in un intenso bacio saffico con le sue eredi Britney Spears e Christina Aguilera. Questa 'prova di forza' segnerà per certi versi il suo oscuramento definitivo: Madonna tenterà ancora di suscitare scalpore inscenando una crocifissione sul palco durante il tour del 2005, ma troverà un pubblico ormai ipnotizzato dalle nuove proposte
Tra le stelle emergenti, la prima a imporsi è Britney Spears (1981). La sua carriera inizia nel 1992 in una trasmissione della Disney. Nel 1999 arriva il successo planetario con la hit Baby One More Time. Col passare degli anni, il suo stile si fa sempre più estremo e i concerti diventano una gara di esibizionismo. Nel 2007 ha un tracollo e finisce in una clinica di riabilitazione. Un anno dopo ritorna sulle scene con la volontà di vendicarsi della gogna mediatica. La musica passa in secondo piano rispetto alla necessità di eccitare le ossessioni dei fan: nel video di if U Seek Amy (2008), la cantante inscena la doppia vita di una casalinga anni ’50 che la notte organizza orge nella sua villa. Molti critici irridono alla provocazione, descrivendo i tentativi della Spears come grossolane oscenità commerciali. L’ultimo pezzo della popstar, Work Bitch, un inno al materialismo con sfumature sadomaso, è al di sotto di ogni aspettativa: più che alle spiagge di Malibù (dove è stato girato), il video fa pensare a qualche discoteca di provincia dell’est Europa.
Eroina
di una Generazione di Zombie
L’altra erede di
Madonna, Christina Aguilera (1980), ha una carriera simile a quella della
Spears. Nel 1993 partecipa assieme a lei al Mickey Mouse Club; sei anni dopo il
primo disco e il trionfo immediato. Il repertorio dell’Aguilera è sicuramente
più vasto di quello delle altre popstar: spazia da generi quali rock, rap, soul
e concede qualcosa alle radici latino-americane. Eppure, i rari momenti in cui
la cantante esprime il proprio potenziale sono oscurati da continui riferimenti
sessuali. Questa morbosità grava su tutta la sua carriera: sembra che la diva si
trovi a suo agio solo quando interpreta ruoli quali la schiava del sesso o la
dominatrice. Nel video di Not Myself Tonight (2010), ad esempio, si esibisce in
pratiche sadomaso estreme su un ritmo algido e oppressivo: le manette, i collari
da cane, le museruole e i frustini fanno da corredo al feticismo, al bondage e
al sesso di gruppo.
Nella pop music contemporanea l’estetica sadomaso è molto diffusa. La sottomissione ai soldi e al sesso viene rappresentata, a seconda del carisma dell’interprete, in maniera esplicita e pacchiana, o simbolica e raffinata: quest’ultimo è il caso di Lady Gaga (v. correlati), al secolo Angelina Germanotta (New York, 1986). Anch’essa di origini italiane, rispetto a Madonna descrive un mondo 'transumanizzato' (v. correlati), nel quale il sesso rappresenta l’apice di una esistenza inautentica e meccanizzata. Secondo la sociologa Camille Paglia, Lady Gaga è "l’eroina di una generazione di zombie", "un androide di plastica" affetto da "una inquietante tendenza alla mutilazione e alla morte." I video della popstar sono carichi di simbolismi bizzarri e perturbanti, ispirati alla fantascienza, al surrealismo e all’armamentario paramassonico di Eyes Wide Shut di Kubrick.
Al di là della musica,
Lady Gaga è riconosciuta soprattutto come paladina dell’orgoglio omosessuale
(anche se predilige l’androginia asessuata).
Nell’estate del 2011, dal palco del gay pride romano si è esibita in un
iperbolico proclama col benestare dell’ambasciatore americano.
L'Erotismo Come Possessione
Insieme alla
mostruosa Lady Gaga sono apparse altre giovani 'sacerdotesse' dello spettacolo.
Tra di loro spiccano sicuramente Rihanna e Miley Cyrus. La prima, nata alle
Barbados nel 1988, oltrepassa i tipici atteggiamenti provocanti per condurre
l’ascoltatore in un tour de force para-iniziatico, affrontando con cinismo temi
quali la sottomissione, il suicidio, la possessione, la prostituzione, la
tossicodipendenza, lo stupro e – ovviamente – il sadomasochismo. Rihanna associa
alla sua immagine simboli occulti (piramidi, corna, teschi, pentacoli):
incursioni nel mondo dell’esoterismo hanno evidentemente un ritorno commerciale,
se nel video S&M per celia si definisce Principessa degli Illuminati.
La seconda, Miley Cyrus (1992), è balzata alle cronache per performance trasgressive in diretta tv. Questa nuova vedette è stata plasmata dal manager Larry Rudolph (lo stesso della Spears) per riunire tutte le caratteristiche delle star precedenti: oltre ai continui riferimenti pornografici, all’immagine di ex bambina prodigio della Disney che si lascia andare a ogni tipo di trasgressione, alla propaganda per omosessualità e bisessualità, la Cyrus nutre anche velleità artpop – o almeno è quello che i suoi produttori vogliono far credere. Nel video di We Can’t Stop pretenziosi riferimenti ad artisti contemporanei quali Roy Lichtenstein e Damien Hirst. Ciò dimostra che dietro al personaggio c’è un grande investimento dell’industria discografica, probabilmente in attesa del momento in cui dopo l’ennesima snervante provocazione sarà possibile alzare il livello.
La
Fabbrica Disney e il Mercato degli Adolescenti
A quest’ultimo
punto si collega la tendenza da parte dei media a erotizzare il mondo dei
pre-adolescenti. Abbiamo visto che molte di queste cantanti provengono dalla
Fabbrica Disney, la quale negli ultimi vent’anni ha incubato gli esempi peggiori
per i giovani: oltre a Spears, Aguilera e Cyrus, la lista delle bimbe precoci
divenute star softcore è molto lunga (Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Lindsay
Lohan, Demi Lovato…).
Non sappiamo se questo esito sia pianificato a tavolino per ragioni commerciali,
oppure se è il prodotto di una cultura dissociata come quella americana, la cui
ideologia puritana permette la convivenza di certi spettacoli con
telepredicatori fondamentalisti e “balli della purezza." In ogni caso, l’unica
nota positiva di tutto ciò è che la rottura definitiva della industria musicale
con i modelli tradizionali della borghesia statunitense sta favorendo la nascita
di sottoculture che rifiutano l’immaginario di sangue-sesso-soldi per riscoprire
forme di espressione più genuine. Negli ultimi anni accade sempre più spesso che
alcuni artisti, dopo essere stati travolti da una celebrità effimera, giungano a
riscoprire il valore della spiritualità, persino di quella cristiana e
cattolica.
Articolo pubblicato sul sito Basta Bugie nr. 363