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Ida Magli:
“I governanti ci vogliono uccidere”
25
maggio 2013 - Marco Calafiore - www.mxpress.eu/?p=26377
Minimalista, depressa, costantemente sull’orlo del baratro. E’ questa l’Italia che vuole l’Europa? O è la conseguenza di errori politici? Ne discutiamo con Ida Magli, antropologa e saggista italiana. Nel suo lavoro ha applicato il metodo antropologico alla cultura occidentale, pubblicando i risultati delle ricerche in numerosi saggi dedicati al cristianesimo, alla condizione delle donne, agli strumenti della comunicazione di massa. Ida Magli, nel 1997, con il suo saggio “Contro l’Europa”, ha previsto ciò che oggi sta accadendo in Europa, in Italia.
Dal
1997 lei afferma che l’Europa, questa Europa, è dannosa per
l’Italia. Come spiega l’europeismo italiano a tutti i costi?
“Sono i
governanti, i politici, i sindacalisti, più qualcuno dei grandi
industriali per ovvi motivi di allargamento del mercato, ad aver
imposto l’europeismo italiano a tutti i costi. Lei fa bene a
sottolineare che è ‘italiano’: in tutti gli altri paesi, sebbene
i governanti spingano verso l’unificazione europea, non c’è
l’assolutezza che c’è in Italia, naturalmente anche a causa
dell’obbedienza dei mezzi d’informazione nel tenere il più
possibile all’oscuro i cittadini sugli scopi dell’Europa e sui
suoi aspetti negativi, un’obbedienza quasi incredibile. Faccio
un solo esempio: tanto Mario Monti quanto Emma Bonino sono stati
compartecipi del più grosso scandalo avvenuto in seno al governo
europeo (La Commissione Santer: Commissione Europea in carica
dal 1995 al 1999, quando è stata costretta alle dimissioni
perché travolta da uno scandalo di corruzione – ndr) e costretti
alle dimissioni con due anni di anticipo dalla scadenza del
mandato per motivazioni ignobili quali nepotismo, contratti
illeciti, enorme buco di bilancio, come recitala Gazzetta
ufficiale dell’UE. Ma nessun giornalista lo dice mai e nessuno
l’ha mai sottolineato, neanche quando Mario Monti è stato capo
del governo e oggi in cui Emma Bonino è ministro degli esteri
nel governo Letta.”
Quali
sono gli interessi in gioco?
“I motivi
di esclusivo interesse per i governanti sono molti, ma mi fermo
a illustrarne soltanto due. Il primo è di carattere politico:
distruggere gli Stati nazionali e per mezzo dell’unificazione
europea, distruggere i popoli d’Europa, ossia i ‘bianchi’,
facilitando l’invasione degli africani e dei musulmani per
giungere a un governo ‘americano mondiale’. Naturalmente per la
grande maggioranza degli italiani, quella comunista,
l’universalizzazione era già presente negli ideali marxisti ed è
persistita, malgrado le traversie della storia, fino ad oggi in
cui vede finalmente realizzati i propri scopi nel governo Letta.
Si spiega soltanto così la lentezza e la tortuosità che sono
state necessarie per giungere al governo Letta: era
indispensabile creare le condizioni che giustificassero il vero
governo ‘europeo’, abilitato a distruggere l’Italia
consegnandola all’Europa. Il secondo motivo è esclusivamente
d’interesse personale: si sono costruiti, spremendo e
schiacciando il corpo dei sudditi, un grande ‘Impero’ finto, di
carta, che non conta nulla e non deve contare nulla in base ai
motivi che ho già esposto, ma che per i politici dei singoli
Stati è ricchissimo. Ricchissimo di onori, di benemerenze, di
poltrone, di soldi. Governare oltre cinquecento milioni di
persone, con tanto di ambasciate aperte in tutte le parti del
mondo, fa perdere la testa a questi politici che vengono dal
nulla e che non sono nulla e che, quando manca una poltrona in
patria, la trovano in Europa per se stessi, parenti, amici,
amanti, con un giro immenso di possibilità e libero da ogni
controllo. Non c’è praticamente nessuno dei politici oggi sulla
scena che non sia stato parlamentare europeo: Napolitano,
Bonino, Monti, Prodi, Letta, Rodotà, Bersani, Cofferati e tanti
altri ancora, con un ricchissimo stipendio e benefici neppure
immaginabili per i comuni lavoratori. Essere parlamentare
europeo significa anche impiegare il poco tempo passato a
Bruxelles a tessere i legami e scambiare i favori utili per la
futura carriera in patria, godendo anche alla fine di questi ben
cinque anni di dura fatica, di una cosa strabiliante: la
pensione per tutta la vita.”
In un
suo recente intervento ha affermato che non c’è nessuna luce al
termine del tunnel della crisi. Il tunnel è dunque la realtà
alla quale dobbiamo abituarci?
“Sì, il
tunnel è la realtà. Non dobbiamo abituarci, però, anzi: dobbiamo
guardarla in faccia come realtà. Niente di ciò che dicono i
politici prospettando un futuro miglioramento nel campo
economico è vero e realizzabile, perché non possiamo fabbricare
la moneta, come fa ogni Stato sovrano (Come fanno in questi
giorni il Giappone e l’America per esempio – ndr). Una moneta
uguale fra paesi diversi è una tale aberrazione che non è
possibile credere a un errore compiuto dai tanti esperti
banchieri ed economisti che l’hanno creato, fra i nostri Ciampi
e Prodi. E’ stato fatto volutamente per giungere a una
distruzione.”
Per
distruggere cosa?
“L’introduzione dell’euro ha sferrato il colpo di grazia
all’economia degli Stati. Se viceversa si fosse trattato davvero
di un errore, allora perché, invece di metterli alla gogna,
continuiamo a farci governare da quegli stessi banchieri ed
economisti che non sopportano la minima critica all’euro? Dunque
la situazione economica continuerà ad essere gravissima e il
solerte Distruttore si prepara a consegnarci all’Europa
sostenendo che mai e poi mai potremo mancare agli impegni presi
e che per far funzionare l’euro bisogna unificarsi sempre di
più. Questa è la meta cui si vuole giungere. Visto che la moneta
unica non funziona, perché sono diverse le produzioni dei
singoli Stati, cambieranno forse queste produzioni unificando le
banche e le strutture economiche? Bisogna farsi prendere per
imbecilli non reagendo a simili affermazioni. L’unica
possibilità che abbiamo per salvarci è che sorga qualcuno in
grado di organizzare una forza contraria. Io non lo vedo, ma lo
spero. Lo spero perché l’importante è aver capito, sapere quale
sia la verità, guardare in faccia il nostro nemico sapendo che è
‘il nemico’.”
In
Italia, come in altri paesi colpiti da questo nuovo assetto di
mercato che tanti chiamano crisi economica, spesso il suicidio è
visto come una soluzione. Come si spiega antropologicamente che
è meglio morire invece di ribellarsi?
“La
spiegazione si trova in quello che ho detto: i governanti ci
vogliono uccidere, lavorano esclusivamente a questo scopo,
obbligandoci a fornire loro le armi per eliminarci il più in
fretta possibile. Questo è il ‘modello culturale’ in cui
viviamo. In base alla corrispondenza e l’interazione fra modello
culturale e personalità individuale, chi più chi meno, tutti gli
italiani percepiscono il messaggio di condanna a morte che i
governanti hanno stabilito per noi in ogni decisione che
prendono, in ogni discorso che fanno, in ogni persona che
scelgono, in ognuno dei decreti, delle leggi che emanano e delle
tasse che impongono. E tuttavia non se ne può parlare: la
condanna a morte è chiara ma implicita, sottintesa, segreta,
nascosta perché ovviamente l’assassinio individuale così come il
genocidio di un popolo, è un delitto e non si può accusarne il
governo, il parlamento, i partiti: nessuno. E’ questo il motivo
per il quale ci si uccide: l’impossibilità a parlarne, a dirlo
chiaramente perfino a se stessi, a fare qualsiasi cosa per
evitarlo e ad accusare il proprio ‘padre’. Neanche Shakespeare
sarebbe stato in grado di descrivere la tragedia che stiamo
vivendo, per la quale stiamo morendo. Qualcuno riesce forse a
rendersi conto di che cosa significhi eliminare volontariamente
i ‘bianchi’, la civiltà europea, invece che tentare di
allontanare il più possibile questa fine, di imprimere nella
storia lo sforzo per la salvezza? Qualcuno riesce a concepire un
delitto più nefando di questo: che si siano assunti il compito
di agevolare questa morte soprattutto gli italiani, i
governanti italiani, quando viceversa avrebbero dovuto essere
loro a impedirlo, a voler conservare il più possibile l’immensa
Bellezza che gli italiani hanno donato al mondo?”