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La
massoneria e lo scandalo del calcio scommesse del 1980
nell’autobiografia di Petrini
Di
Giuseppe Ardagna
Lo
scandalo delle scommesse legate alle partite di calcio scoppia agli
inizi del 1980. Quella che, all’opinione pubblica, sembra un fulmine a
ciel sereno, risulta però essere per gli addetti ai lavori la
risultante di un percorso partito parecchi anni addietro e che ha
trovato il suo periodo di maggior fulgore negli anni settanta.
D’altronde non c’è da stupirsene. Soldi e pallone sono sempre
andati a braccetto. Ma questa volta è diverso: questa volta indaga la
magistratura che porta davanti ai giudici dirigenti, giocatori,
scommettitori. In Italia ( paese in cui da sempre puoi toccare tutto
tranne il sacro giocattolo) scoppia un putiferio senza pari. Si capisce
sin da subito che non sarà possibile venirne fuori con una sentenza che
permetta una frettolosa ripulita in superficie, ma che bisognerà dare
una “punizione esemplare”.
Tutte
le squadre coinvolte, chi più chi meno, tutti i giocatori implicati
subiranno la loro brava condanna, ma di calcio scommesse si tornerà già
a parlare pochissimo tempo dopo l’emissione della sentenza. Bisogna
che tutto cambi perché nulla cambi.
Ma non è precisamente del calcio scommesse che vogliamo occuparci in
queste pagine, il calcio scommesse è un’altra storia.
Vogliamo occuparci di alcuni lati connessi ad esso.
Vent’anni
dopo i fatti testé menzionati, l’ex calciatore Carlo Petrini da alle
stampe la sua autobiografia all’interno della quale spiega ( senza
risparmiare dettagli) l’odissea del suo coinvolgimento nello scandalo
delle partite truccate. In queste pagine si parla del suo grande
accusatore ed ex amico, l’allibratore Massimo Cruciani.[1]
Ufficialmente
Cruciani, stando alle parole di Petrini, gestisce un ingrosso di orto
frutta, ma gode di agganci ed “entrature” notevoli. L’ex giocatore
racconta dei rapporti del commerciante romano con il Vaticano arrivando
ad aggiungere che un giorno avrebbe anche potuto fargli conoscere il
Papa: “Cruciani veniva spesso a Grottaferrata, era in confidenza con tutti i
giocatori. Anche perché, grazie a lui, riuscivamo a fare lo shopping
nello spaccio del Vaticano . Nella cittadella del Papa c’era ogni ben
di Dio e costava tutto la metà. Non so se Cruciani fosse parente di
qualche prelato, o se avesse qualche lasciapassare speciale:so che ci
faceva entrare in Vaticano con i nostri macchinoni perfino a fare il
pieno di benzina ad un prezzo divino.Un giorno, mentre mi accompagnava
nalla città santa a fare lo shopping scontato , Cruciani mi disse:
-posso farti avere un udienza privata dal Papa[…]”[2].
Cruciani,
che all’apparenza sembra essere un agiato commerciante di generi
alimentari, pare in realtà una
persona potente, uno che sa cosa chiedere e sa a chi chiederla.
Ma Cruciani gode di amicizie anche nel mondo del pallone. Più
precisamente si mantiene in contatto con il presidente della Figc
Artemio Franchi[3].
Cruciani
gestisce dunque un giro di scommesse legate al mondo del calcio, è
legato a filo doppio col Vaticano, di cui gode e fa godere i favori, ed
è in contatto con l’esponente massone (P2) della Figc.
Ma
fra le tante conoscenze di Petrini nel periodo romano, ce n’è una in
particolare: quella di un certo Roberto (il cognome non lo si saprà
mai): “[…]avrà
avuto fra i trenta ed i quaranta anni […]non seppi mai che lavoro
facesse Roberto, ma scoprirò poi che era un uomo molto potente e
soprattutto informatissimo”[4].
Teniamolo
a mente questo nome, Roberto, perché ci ritorneremo.
Calcio, personaggi ambigui, esponenti
massoni, scommesse e soldi. Tanti soldi.
Di
massoneria Petrini parlerà apertamente in merito alla possibilità di
formare una squadra che coinvolga nel proprio organico i giocatori
squalificati in seguito alla sentenza del processo per il calcio
scommesse fra i quali figurano, è bene ricordarlo, giocatori che poi
diverranno eroi nazionali come Dossena e Rossi campioni del mondo nel
1982: “[…] in autunno saltò
fuori l’idea di mettere su una squadra di calcio
formata da noi giocatori squalificati
per il calcio scommesse, che facesse partite di beneficenza in
giro per il mondo.[…] il primo contatto concreto
fu per una partita amichevole in Svizzera, con il Basilea. Mi ricordo che mentre
eravamo in un albergo milanese per definire gli ultimi accordi
con i dirigenti della squadra elvetica arrivò il veto della Figc.
La federazione aveva mandato a tutte le federazioni dell’Uefa un
telegramma nel quale le invitava a non accogliere la nostra squadra nei
loro stadi.Protestammo contro il colpo basso della Figc e provammo a non
arrenderci, la nostra iniziativa stava trovando parecchi sostenitori.
Mi telefonò un avvocato di
Roma ( non ricordo il nome), mi parlò della possibilità di organizzare
il tutto sotto il patrocinio della croce rossa internazionale e mi
propose di incontrarci perché lui avrebbe potuto aiutarci. Andai a Roma
nello studio dell’avvocato. Mi disse che c’era gente importante
disposta a sostenerci, fece il nome della moglie dell’ambasciatore
americano in Italia, dell’attore Rossano Brazzi e di altri, accennò
alla possibilità di
portare la nostra iniziativa alla televisione (cosa che puntualmente
avvenne a -Domenica in- ndr) parlò
della massoneria[…][5]”.
Dopo
la comparsata in tv, Petrini torna nello studio dell’avvocato romano e
ci trova nuovamente quello strano personaggio: Roberto:
“Quando tornai nello studio dell’avvocato per ringraziarlo ci trovai
Roberto, il mio strano informatore. Ad un certo punto arrivò un signore
che mi venne presentato come il principe Borghese”[6].
Petrini
dice di incontrare una persona che gli viene presentata come il principe
Borghese. Pur non specificando di chi si tratti, sembra evidente che il
nostro si riferisca al comandante della Decima Mas, altro massone (P2 )
oltretutto golpista.
La massoneria, più altri personaggi, che sembrano essersi presi a cuore
le sorti dei giocatori usciti con le ossa rotte dallo scandalo
scommesse. Perché? Nelle pagine seguenti Petrini racconta la sua lenta
ma inesorabile discesa agli inferi ma facendo questo non dimentica di
menzionare chi gli da una mano per tentare di risollevarsi su. Fra
questi figura Alberto Teardo, altro massone iscritto alla P2[7].
Come
se non bastasse la commedia data in pasto all’opinione pubblica per
placarla sullo scandalo del calcio scommesse, diventa farsa nel 1982 con
la vittoria dell’Italia ai campionati del mondo: “[…]
dopo la vittoria della nazionale italiana ai mondiali di Spagna, ai
primi di Luglio, la federcalcio decise di perdonarci tutti con
un’amnistia[…]”[8].
Tutto
finito insomma. Di calcio scommesse e di sentenza esemplari non si parla
più dopo il 1982.
Col senno di poi, sembra quasi che sia stato un bene che non si sia
giunti alla formazione di una squadra formata dai giocatori
squalificati. Sembra quasi che la Figc, col veto imposto, abbia voluto
dire: state calmi e non fate niente, che le cose le sistemiamo noi”.
E le hanno sistemate.