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Wall Street e le fonti
finanziarie del Nazionalsocialismo
di
Roberto De Mattei, dalla rivista "Cristianità" nr. 28-30 del
1977
Troppo spesso gli storici sembrano dimenticare le origini anche finanziarie dei movimenti e delle organizzazioni politiche di cui affrontano lo studio. La letteratura così abbondante, e talvolta inutile, fiorita attorno ai due maggiori fenomeni rivoluzionari di questo secolo - il comunismo e il nazionalsocialismo -, è estremamente avara di elementi in proposito; e la negligenza appare tanto singolare da essere sospetta, quando tale studio lascia emergere imprevedibili e sconcertanti ascendenze finanziarie convergenti tra realtà politiche e culturali che si vorrebbero irriducibilmente antitetiche. Più esplicitamente: alla nascita e allo sviluppo del nazional-socialismo risultano strettamente legati gli stessi uomini e gruppi finanziari che offrirono il sostegno economico decisivo alla Rivoluzione d'Ottobre.
IL
SUPERCAPITALISMO INVADE L'ECONOMIA DI WEIMAR
Accanto a quello dei
"cartelli" tedeschi, non va dimenticato il ruolo delle multinazionali
americane, come la General Electric, la Standard Oil of New Jersey è la
International Telephone and Telegraph (l.T.T.). La General,Electric, che
controllava in Germania la Allgemeine Elektricitäts Gesellschaft (A.E.G.) e la
Osram, negli stessi anni in cui si assicurava il monopolio della produzione
elettrica sovietica, offriva il suo contributo determinante allo sviluppo
dell'industria elettrica nazional-socialista. La Standard Oil of New Jersey
assicurava all'industria nazionalsocialista la sua assistenza per la produzione
della benzina sintetica, che avrebbe risolto gran parte dei problemi logistici
tedeschi durante la guerra; la I.T.T., oltre a una partecipazione di quasi il
30% nell'industria aeronautica Focke-Wolfe, alla quale si devono alcuni tra i
migliori aerei da combattimento tedeschi della seconda guerra
mondiale,attraverso il banchiere nazional-socialista Kurt von Scröder, che
curava gli interessi della multinazionale americana in Germania, finanziò
regolarmente, dal 1932 al 1944, lo stesso Himmler e l'ambiente economico legato
alle SS.
Fino al 1944 gli
stabilimenti dell'A.E.G. e delle altre industrie collegate con le multinazionali
americane (Sutton riporta statistiche ed esempi, come gli impianti dell'A.E.G. a
Koppelsdorf o a Norimberga)furono misteriosamente risparmiati; con l'ovvia
conseguenza di un continuo incremento della produzione elettrica tedesca.
In
tutto, un totale di tre milioni di marchi, sottoscritto da importanti imprese e
uomini di affari tedeschi, ma soprattutto dalle multinazionali
tedesco-americane, fu versato,attraverso la Delbruck Schickler Bank, al
Nationale Treuhand,amministrato da Rudolf Hess e da Hjalmar Schacht. Lo stesso
Schacht aveva organizzato lo storico incontro del 20 febbraio 1933, in casa di
Goering, allora presidente del Reichstag, in cui Hitler aveva presentato i suoi
piani agli esponenti dell'alta finanza tedesca. La maggiore sovvenzione (circa
il 30% del totale) fu versata dall'I.G.Farben:500 mila marchi, a cui si possono
aggiungere altri 200 mila marchi,versamento personale di un suo dirigente, A.
Steinke della Bubiag. Vale la pena ricordare che l'I.G. Farben, creata da Herman
Schmitz nel 1925 grazie ai
prestiti americani, contava tra i suoi dirigenti negli Stati Uniti alcuni tra i
più influenti uomini di Wall Street, come Edsel B. Ford della Ford Motor
Company, C. E. Mitchell della Federal Reserve Bank di New York e Walter Teagle,
della Federal Reserve Bank di New York e della Standard Oil Company of New
Jersey,amico e consigliere del presidente Roosevelt.
Ma il capitolo più
interessante del volume di Sutton è forse quello dedicato a un misterioso
volumetto su Le fonti finanziarie del nazional-socialismo (7)apparso in Olanda
nel 1933 sotto il nome di Sidney Warburg e poi improvvisamente scomparso dalla
circolazione. Sutton è riuscito a rintracciarne una delle sole tre copie
apparentemente sopravvissute e ce ne offre un articolato riassunto. Il libro,
che si presenta come una sorta di "diario" di un esponente di Wall
Street deluso dagli intrighi del mondo supercapitalista, è diviso in tre
capitoli, rispettivamente intitolati "1929", "1931" e
"1933".
Il primo descrive una
riunione segreta dell'alta finanza, americana svoltasi nel giugno del 1929.
Il problema sul tappeto era quello delle pesanti richieste francesi di
riparazioni di guerra che ostacolavano la cooperazione economica tra la
Repubblica di Weimar e Wall Street. Secondo i presenti, per liberare la Germania
dal ricatto economico francese si sarebbe dovuto ricorrere a una
rivoluzione,comunista o nazionalista. In una riunione successiva si optò per la
seconda soluzione e a un giovane banchiere israelita presente, "Sidney
Warburg", venne affidato l'incarico di stabilire un contatto con l'uomo
politico prescelto: Dopo alcune difficoltà iniziali,riuscì a incontrare Hitler
a Monaco. Wall Street offrì al leader nazional-socialista, tramite Warburg,
dieci milioni di dollari. La somma fu pagata attraverso la banca Mendelsohn di
Amsterdam, che emise assegni in marchi incassati da dirigenti nazionalsocialisti
in dieci diverse città tedesche.
Qualche
settimana dopo la stampa americana cominciò a interessarsi del
nazionalsocialismo e il New York Times iniziò a pubblicare regolarmente brevi
resoconti sui discorsi di Hitler (8). Il secondo capitolo del libro descrive
un'altra riunione dell'alta finanza,svoltasi nell'ottobre 1931 in seguito a una
richiesta di aiuto economico dello stesso Hitler. Le opinioni, questa volta,
furono discordanti. Mentre alcuni finanzieri (tra cui Rockefeller) si
dimostrarono favorevoli alla nuova sovvenzione, altri, tra cui Montagu
Norman della Banca d'Inghilterra,si dissero contrari, sostenendo che Hitler non
sarebbe mai riuscito a impadronirsi del potere. Fu stanziato, tuttavia, un nuovo
finanziamento e Warburg riprese la strada della Germania. A Warburg Hitler disse
che si presentavano per il suo movimento due possibili vie di conquista del
potere: una via rivoluzionaria, che avrebbe avuto bisogno di tre mesi di tempo e
sarebbe costata 500 milioni di marchi, e una via legale,che avrebbe richiesto
tre anni e 200 milioni di marchi. Wall Street preferì la seconda via,
assicurando un finanziamento di 15 milioni di dollari,
pagati anche in questo caso da banche diverse, in città diverse, per
disperderne ogni traccia.
Il terzo capitolo del libro
riferisce l'ultimo incontro di Warburg con Hitler,la notte dell'incendio
del Reichstag. Hitler informò il suo interlocutore dello sviluppo del suo
partito e chiese un nuovo finanziamento di 7 milioni di dollari, pagato
attraverso i consueti canali.Fin qui il contenuto del volume, che si conclude
con note amare sul mondo di Wall Street e sul futuro di Hitler da parte del
presunto Sidney Warburg. Dico "presunto" perché, poco dopo
l'apparizione dei libro, il 24 novembre 1933, una nota sul New York Times smentì
categoricamente che l'autore delle pagine fosse Felix Warburg o altro
appartenente alla nota famiglia di banchieri tedesco-americani.
L'"inesistenza" dell'autore fu, apparentemente, il motivo che portò
al ritiro dalla circolazione del volume, la cui storia non è comunque
esaurita.L'apparizione, dopo la guerra, di due libri, Spanischer Sommer (9) di
René Sonderegger e Lieber Euere Feinde (10) di Werner Zimmermann, in cui
si rievocava il misterioso volumetto, provocò una nuova reazione dei Warburg.
James Paul Warburg, figlio di Paul, in un affidavit, in una testimonianza
giurata pubblicata in appendice alle Memorie di Franz von Papen (11), pur
ammettendo di conoscere il volumetto solo dal resoconto di Sonderegger e
Zimmermann, smentì nuovamente l'esistenza dell'autore e il presumibile
contenuto.A questo punto però, anche ammesso che Sidney Warburg non sia mai
esistito, il che è probabile, resta straordinaria attinenza dei particolari
rivelati nel libro, certamente sconosciuti al grande pubblico nel 1933, con
risultati delle ricerche di Sutton. Resta, osserva lo stesso Sutton,"l'incontrovertibile
evidenza che alcuni Warburg, compreso il padre di James Paul [...] furono
dirigenti dell'I.G. Farben e si sa che la I.G. Farben ha finanziato Hitler. Se
Sidney Warburg è un mito, i direttori della Farben Max e Paul Warburg non lo
sono" (12). Resta, infine, il mistero, osserva ancora Sutton, del motivo
per cui un ebreo come James Paul Warburg abbia deciso di smentire a quindici
anni della sua apparizione, un libro che afferma di non avere letto, scegliendo
come veicolo proprio le memorie di un noto gerarca nazional-socialista come von
Papen (13).
Va aggiunto, a titolo informativo, un particolare ricordato da Sutton.
LA
CHIAVE NELLE ORIGINI "ESOTERICHE" DEL NAZIONALSOCIALISMO?
La
lettura del libro di Sutton stabilisce alcune certezze e pone molti
interrogativi. Le certezze sono le conclusioni di Sutton: il socialismo
sovietico, il New Deal socialista e il nazionalsocialismo, versioni diverse del
collettivismo moderno, furono finanziati da uno stesso "clan"
supercapitalista. Gli interrogativi riguardano le vere origini, la natura e i
reali fini di questo "clan", che sembra inadeguato ridurre a una
personificazione dei "profitto" nei tempi moderni. Lo stesso Sutton,nella
prefazione al suo volume, ci offre tuttavia uno spiraglio, scrivendo che il
ruolo di questa élite finanziaria dovrebbe essere esaminato in rapporto a un
aspetto del nazionalsocialismo nei confronti del quale confessa la sua
incompetenza: le origini "mistiche" ed "esoteriche".
"Un elemento tanto importante - sottolinea Sutton - quanto quello delle
origini finanziarie " (15).
L'affermazione
colpisce proprio perché proveniente da uno scrittore così poco incline, per
mentalità, a questo tipo di interessi e offre nuovi e inconsueti stimoli agli
storici vogliano fare luce sul vero volto dei fenomeni rivoluzionari del nostro
tempo.
ROBERTO
DE MATTEI
NOTE
(1) Cfr. ANTONY C. SUTTON, Wall Street and the Rise of Hitler, 1976 Press, Seal
Beach (California) 1976. Gli altri due volumi che completano la trilogia sono
Wall Street and the Bolshevik Revolution, Arlington House, New York 1974, e Wall
Street and Franklin Delano Roosvelt, Arlington House New York 1975.
L'unica
segnalazione italiana del volume, a quanto mi risulta, si deve a Luciano
Marrocco, Come Wall Sireet finanziò Hitler, in L'Alternativa, 25-4-1977.
Marrocco
fa peraltro riferimento a una recensione del volume apparsa nel numero di marzo
di quest'anno della rivista australiana The New Times.
(2) Cfr. PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA, Rivoluzione e ControRivoluzione,3a ed. it.
accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977.
(3) Hjalmar Schacht, "massone di alto grado" (cfr. J. FEST, Hitler,tr.
it.,Rizzoli Milano 1976, p. 530), fu governatore della Reichsbank dal 1924 al
1929,poi ministro delle finanze di Hitler dal 1936 al 1939, per ritornare infine
alla guida della Reichsbank. Fu assolto a Norimberga. Sutton ne ricorda il
secondo nome "Horace Greeley", per sottolinearne l'origine americana
(la famiglia di Schacht era legata alla Equitable Trust di Wall Street). Può
essere interessante ricordare che Horace Greeley, affiliato alla setta degli
Illuminati di Baviera,fu uno dei finanziatori del Manifesto di Marx (cfr. tra
l'altro J. BORDIOT, Le pouvoir occulte fourrier du communisme, Editions de Chiré,
Parigi 1976, pp. 132, 140).
(4)
ANTONY C. SUTTON, op. cit., p. 18.
(5) CARROLL QUIGLEY, Tragedy and Hope, The MacMillan Company, New York 1966, p.
324.
(6) Sul ruolo dei Warburg nel
finanziamento della Rivoluzione d'Ottobre, cfr. ROBERTO DE MATTEI, Rivoluzione
d'Ottobre e supercapitalismo, in Cristianità,Piacenza aprile 1977, anno V, n.
24.
(7)
Cfr. SIDNEY WARBURG, De Geldbronnen van Het NationaalSocialism (Drie Gesprekken
Met Hitler), Van Holkema e Wacendorf, Amsterdam 1933.
(8) Da allora, il New York Times
non smise di mostrare particolare "propensione" nei confronti di
Hitler. Testimonianza preziosa è un commento all'attentato del 20 luglio e alla
congiura antihitleriana, pubblicato il 9 agosto 1944,in cui si fa notare che i
dettagli del fatto ricordavano "l'atmosfera del tenebroso mondo del
crimine" più che quella che "ci si attenderebbe normalmente nel corpo
degli ufficiali di uno stato civile". Per un anno intero, sottolineava il
giornale
dell'Establishment in tono di rimprovero, alcuni dei più alti ufficiali
dell'esercito tedesco si erano occupati di piani "per imprigionare o per
uccidere il Capo dello Stato e il Comandante supremo dell'Esercito".
Alla fine organizzarono il loro piano "con una bomba, l'arma tipica del
mondo dei delinquenti..." (cfr. HANS ROTHFELS, L'opposizione tedesca al
nazismo, trad. it., Cappelli, Bologna 1963, p. 256).
(9)
Cfr. RENE SONDEREGGER, Spanischer Sommer, Aehren Verlag, Affoltern (Svizzera)
1948.
(10) Cfr. WERNER ZIMMERMANN, Lieber Euere Feinde, Frankhauser Verlag,Thielle-Neuchatel
1948.
(11) Cfr. FRANZ VON PAPEN, Memoires, E. P. Dulton, New York 1953 (cfr.per l'affidavit,
pp. 593-602).
(12) ANTONY C. SUTTON, op. cit., p. 135.
(13) Ibid., p. 146.
(14)
L. FRY, in Woman Voice, 27-8-1953, cit. in H. COSTON L'alta finanza e le
rivoluzioni, trad. it., Edizioni di Ar, Padova p. 36.
(15) ANTONY C. SUTTON, op. cit., p. 14.