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III. Psichiatri e Massoni. L'ala britannica
Le
unioni miste "del nero e del tipo caucasico danno luogo ad ogni sorta di
organismi disarmonici. Mettendo un poco della mente dell'uomo bianco nel
mulatto, non solo lo si rende più capace e ambizioso (non ci sono casi
accertati di negri puri saliti a qualche eminenza), ma si accresce il suo
scontento e si crea un'ovvia ingiustizia continuando a trattarlo come un
africano purosangue. Il nero americano è turbolento a causa del sangue bianco
americano che è in lui". Queste righe - che implicano approvazione per la
segregazione razziale - suscitarono a loro tempo qualche scalpore, perché a
scriverle era un famoso liberal dell'estabhshment britannico: il biologo Julian
Huxley. Nipote del primo editore di Darwin, e fratello dello scrittore (e
sperimentatore di droghe) Aldous Huxley, Julian scriveva di ritorno da un
viaggio in Usa compiuto nel 1924 (Julian Huxley, America Revisited – The Negro
Problem, sullo Spectator del 29 novembre 1924). Lí aveva avuto occasione di
approvare le teorie razziali di Charles Davenport, allora presidente della
International Federation of Eugenics Organizations: l'ente angloamericano (era
stato fondato nel 1925 presso la Royal Society di Londra) che nel 1932 avrebbe
eletto suo nuovo presidente il genetista del Terzo Reich, Ernst Ruedin. Julian
Huxley non rinnegò mai le sue idee eugenetiche. Il 6 settembre 1930, sulla
Weekend Rewiew, prese le parti del Comitato per la Legalizzazione della
Sterilizzazione: "La causa della sterilizzazione di certe classi di persone
anormali o difettose mi sembra invincibile". Nel 1929, secondo la Eugenics
Society (Mental Deficiency Committec) di Londra, il numero di tali
"difettosi", nella sola Inghilterra, era valutabile a 300 mila, tutti
candidati alla castrazione. Inutile dire che Julian Huxley era membro rilevante
della Eugenics Society, di cui fu presidente ancora nel 1962.
Difficile dire se
"nonostante" le sue idee, o piuttosto grazie ad esse, Julian Huxley
sia stato elevato alla carica di direttore generale dell'Unesco, che ricoprí
dal 1946 al 1948. Fatto sta che proprio nel 1948 l'Unesco e l'Organizzazione
Mondiale della Sanità (Oms) diedero il loro patronato ad un eccezionale
International Congress on Mental Health, che si tenne presso il Ministero della
Sanità britannico. Il congresso diede vita alla Federazione Mondiale della
Salute Mentale (World Federation for Mental Health); ma, come scrisse la
coordinatrice della delegazione statunitense Nina Ridenour, "la World
Federation for Mental Health è stata creata su raccomandazione dell'Oms e dell'Unesco,
perché questi organi delle Nazioni Unite abbisognavano di un'organizzazione
nongovernativa con cui cooperare"( "Poiché gode dello status
consultivo presso le Nazioni Unite e diverse delle sue agenzie specializzate, la
World Federation for mental Health è in grado di influire su alcune decisioni
dell'Onu e su alcuni suoi programmi": Nina Ridenour, Mental Health in the
U.S.A Fifty Years History, citata
da Anton Chaitkin, British Psychiatry... EIR, 7 ottobre 1994, p.34). Assistiamo
qui alle motivazioni che fanno nascere le entità a cui l'Onu riconosce lo status di "Organizzazioni
non-Governative" (Ong): si tratta di gruppi di pressione o lobbies, in
apparenza nati dal basso per promuovere rivendicazioni ed esigenze che si
pretendono "popolari" e "di massa", ma che l'Onu, o gli
oligarchi che le hanno create, sono ben lieti di accogliere. Ad esempio
l'organizzazione ecologista Greenpeace, e il Population Council fondato dai
Rockefeller, sono Ong; e in molti casi possono condurre le loro campagne a nome
e sotto l'egida (e con i fondi) dell'Onu.
Di fatto, la World Federation for
Mental Health era emanazione diretta di un'associazione britannica dal nome
simile, la National Association for Mental Health. E questa era stata fondata da
un personaggio in cui non si sospetterebbero interessi per la psichiatria, se
non forse perché era egli stesso uno psicolabile: Norman Montagu, governatore
della Banca d'Inghilterra. Ciclotimico, occultista, teosofo e massone (Sui riti
"muratori" di Montagu Norman, cfr. Geminello Alvi, Dell'estremo
Occidente, M.Nardi, Firenze, 1993, p.161), Norman Montagu era stato protagonista
delle svolte cruciali del secolo, dalla crisi del 1929 (aggravata
dall'ostinazione di tener sopravvalutata la sterlina da parte della Banca
Centrale britannica) fino ai conciliaboli dei supercapitalisti angloamericani
con Hjalmar Schacht, governatore della Reichsbank e autore del "miracolo
economico" nazista, grazie anche ai finanziamento della City e di Wall
Street. Nel 1929 i responsabili della Federal Reserve, più i rappresentanti
della Guaranty Trust, Royal Dutch Shell, J.D.Rockefelier e altri banchieri
privati s'incontrarono con Schacht a New York, dove decisero investimenti e
finanziamento nella Germania sfiancata dai debiti di guerra. Un altro incontro,
nel 1931, vide la partecipazione di Montagu Norman. In seguito, anche dopo la
salita al potere di Hitler, Schacht rivide Norman nella residenza londinese di
quest'ultimo, Thorpe Lodge. Ma nel 1944, in piena guerra, Sir Norman si dimise
dalla Banca d'Inghilterra; nello stesso anno fondò la Associazione Nazionale
per la Salute Mentale. Come tesoriere, Montagu Norman scelse Otto Niemeyer, che
era stato suo assistente alla Banca; come segretario generale Mary Appleby, sua
nuora, che aveva lavorato nella sezione tedesca del Foreign Office; come
presidenti scelse Richard A. Butler, che era stato vice di Lord Halifax, il
ministro britannico degli Esteri nel governo di Neville Chamberlain, notorio per
la sua aperta simpatia verso il Terzo Reich. E come chairman dell'Associazione,
insediò il genero di lord Halifax, il conte di Feversham. Strana
"Associazione per la Salute Mentale" davvero, quella a cui si
dedicarono alcuni dei massimi esponenti della finanza e della politica estera
britannica, tutti più o meno catalogabili come filo-nazisti. Ma qui, forse, si
sfiora un lato fra i più occultati della recente storia inglese. Il Rito
Scozzese Antico e Accettato (la Massoneria Azzurra o britannica) ha
tradizionalmente come Gran Maestro - riconosciuto dagli adepti di tutto il mondo
- un fratello della regina d'Inghilterra. Oggi, è il Duca di Kent. Nel 1934,
quando il Rito Scozzese americano cominciò a finanziare le sue strane ricerche
sulla schizofrenia, "Gran Maestro della Gran Loggia Madre dei Massoni del
Mondo" era il duca di Connaught, fratello del principe Alberto, marito
della regina Vittoria. Tedesco d'origine (della famiglia Coburgo), il duca di
Connaught aveva ospitato nella sua casa un adolescente di nome Joachim Von
Ribbentrop, con cui mantenne strettissimi rapporti anche quando Ribbentrop
divenne ambasciatore nazista nel Regno Unito e poi ministro degli Esteri di
Hitler. E attorno al duca di Connaught si radunò quel gruppo di aristocratici
che nell'anteguerra propugnavano un'alleanza con il Terzo Reich, di cui furono
esponenti di spicco il principe Edoardo (il futuro Edoardo VIII, zio della
regina Elisabetta, costretto all'abdicazione per le sue tendenze nazisteggianti)
e il famigerato lord Halifax.
Nel
1948, la National Association for Mental Health di Montagu Norman indisse dunque
a Londra il grande Congresso Internazionale sulla Salute Mentale. Sotto l'alto
patronato della Duchessa di Kent, vedova del Gran Maestro del Rito Scozzese
(carica che tenne dal 1939 al 1942) e madre del futuro Gran Maestro (dal 1967 ad
oggi), il Congresso vide la partecipazione di personaggi famosi: Julian Huxley;
l'antropologa americana Margaret Mead, che fu la relatrice d'apertura; Carl
Gustav Jung. Vi intervenne Winfred Overholser, capo della delegazione americana
e alto esponente del Rito Scozzese statunitense, direttore a Washington della
clinica psichiatrica St. Elizabeth. Non mancarono lord Thomas J. Horder, medico
di Edoardo VIII, presidente della Eugenics Society e della Anglo-Soviet Public
Relations Association; il dottor Alfred E.Tredgold, membro del Committee for
Sterilization presso il Ministero della Sanità; gli psichiatri Cyril Burt e
Hugh Crichton-Miller, esperto di ricerche sul paranormale il primo,
vicepresidente dell'Istituto "C.G.Jung" a Zurigo il secondo, entrambi
fondatori dell'Istituto Tavistock di Londra. Ecco un nome interessante. Come ho
avuto altrove l'occasione di scrivere, l'Istituto Tavistock, "formalmente
clinica di ricerca psichiatrica è stato il laboratorio della guerra psicologica
per l'armata britannica durante la seconda guerra mondiale" (Cfr. il mio In
Bosnia come in Libano: guerre programmate dagli psichiatri su Studi Cattolici
n.391, settembre 1993, p.545.). L'oggetto degli studi più accaniti del
Tavistock in questi ultimi anni è la creazione di "salti di
paradigma" (paradigm shifts), ossia del mezzo per indurre nelle società
valori "nuovi", attraverso eventi traumatici collettivi (turbulent
environments). Ad esempio, un ciclo di conferenze tenute al Tavistock nel 1989
aveva come tema il seguente: Il ruolo delle Organizzazioni non Governative
nell'indebolire gli Stati Nazionali. Ebbene, fra i partecipanti al congresso
sulla Salute Mentale che Montagu Norman volle a Londra nel 1948, spiccano
personaggi le cui ricerche psichiatriche (o sul funzionamento della mente) si
svolgono in gran parte nell'ambito di programmi militari, o politico-militari. A
cominciare dall'uomo che nel1948 fu eletto presidente della World Federation for
Mental Health: lo psichiatra - e generale di brigata britannico in servizio –
John Rawlings Rees. Che è stato anche direttore dell'Istituto Tavistock. Ma
anche il dottor Overholser, il massone a capo della delegazione statunitense,
aveva un curriculum militare di tutto rispetto. Nel 1943 presiedeva, all'interno
dell'Office for Strategic Services (OSS, che nel dopoguerra diventerà la Cia)
un comitato per la ricerca di "sieri della verità", ossia di sostanze
psicotrope in grado di annullare i freni inibitori, da usare negli interrogatori
dei prigionieri: Overholser somministrò l'allucinogeno mescalina a vari
soggetti-cavia; e nella sua clinica St. Elizabeth cominciò dagli anni'50 a
provare la marijuana come mezzo per "sciogliere la lingua" a reclute
della U.S. Army, probabilmente allo scopo di identificare soggetti sovversivi.
Quanto a Margaret Mead - succeduta al generale Rees alla presidenza della World
Federation of mental Health nel 1956 - ebbe una parte poco chiara nel colossale
programma della CIA denominato MK Ultra.
Nel 1943, la Rockefeller Foundation aveva creato in Canada (dunque in territorio
britannico) una clinica, lo "Allen Memorial Institute", collegata alla
McGill University di Montreal: a capo del servizio psichiatrico fu posto Donald
E. Cameron, uno psichiatra scozzese che divenne notorio, e non in senso
positivo, quando agghiaccianti particolari sugli esperimenti MK Ultra
cominciarono a trapelare, provocando una rivolta dell'opinione pubblica
americana: Cameron era specialista nell'indurre nei suoi pazienti (o vittime) il
sonno per mezzo di droghe, per poi svegliare con l'elettroshock. Lo stesso
Cameron provò il curaro nell'ambito delle ricerche che interessavano la Cia. Lo
Army Chemical Center invece finanziò, sempre nel quadro del MK Ultra, le
ricerche con l'LSD di Paul Hoch, uno psichiatra - e alto grado del Rito Scozzese
- che aveva collaborato con l'eugenista tedesco filonazista Franz Kallmann negli
studi sulla schizofrenia sponsorizzati dal Rito Scozzese americano (Franz
J.Kallmann,The Genetics of Schizophrenia: a Study of Heredity and Reproduction
in the Families of 1087 Schizophrenics, New York, 1938.Kallmann aveva cominciato
le sue ricerche in Germania sotto l'eugenista del Terzo Reich Ernst Ruedin, ma
nel 1935, identificato come "mezzo ebreo", aveva dovuto emigrare negli
USA.Trpvò impiego al New Yprk Psychiatric Institute,il cui direttore, Nolan
D.C.Lewis,era un adepto del rito scozzese). Anche Robert hanna felix, il
"33°" fondatore (per conto del Rito Scozzese) del National Institute
of mental Health, fu coinvolto nello scandalo MK Ultra per esperimenti di
"lavaggio del cervello", insieme al suo allievo Harris Isbell, che per
la Cia aveva condotto sperimentazioni illegali con droghe su tossicomani negli
nel suo Addiction Research Center di Lexington (Kentucky).
Infine, al principio degli anni'60,
le rivelazioni di stampa sulle vittime del MK Ultra costrinsero ad interrompere
il programma. Fu condotta un'inchiesta, che non portò a nulla. Non a caso: a
capo dell'apposita Commissione senatoriale era stato messo Nelson Rockefeller.
La Commissione Rockefeller chiuse i suoi lavori nel 1975. Ma già dal 1961 il
"33°" Robert H. Felix aveva radunato i principali ricercatori del MK
Ultra sotto l'ombrello di una nuova istituzione dal nome rispettabile:
l'American College of NeuroPsycopharmacology.
Nel 1967 - albeggiava già la contestazione permanente, il culto
giovanile delle droghe, l'età dei "figli dei fiori" - il College
tenne un congresso ("Effetti dei farmaci psicotropi sugli umani
normali"), la cui relazione introduttiva spettò a due ex attori del MK
Ultra: Wayne O.Evans, psichiatra militare, direttore dell'U. S. Army Stress
Laboratory di Natik (Massachusetts), e Nathan Kline, un eugenista della Columbia
University, studioso del voodoo haitiano. L'incipit della loro relazione rivela,
con una chiarezza abbagliante, il vero motivo per cui le oligarchie finanziarie
hanno per tanto tempo finanziato le ricerche psichiatriche: "L' attuale
ventaglio di psicofarmaci sembrerà quasi banale quando lo paragoniamo al
possibile numero di sostanze chimiche che saranno disponibili per il controllo
di aspetti selettivi della vita umana nel Duemila. La cultura americana muove
verso una "società sensata". L'accento vien posto sempre più
sull'esperienza sensoriale e sempre meno su filosofie razionaliste o orientate
al lavoro. Tale visione filosofica, unita ai mezzi per separare il comportamento
sessuale dalla riproduzione, intensificherà senza dubbio la libertà sessuale.
"Sembra ovvio che la gioventù di
oggi non ha più paura delle droghe o del sesso. Ancora, i filosofi e gli
opinionisti d'avanguardia propugnano l'esperienza sensoriale personale come la
raison d'etre della prossima generazione. Stiamo andando verso un'era, in cui un
lavoro significante sarà possibile solo per una minoranza: in quell'era,
afrodisiaci chimici saranno accettati come un mezzo comune di occupare il tempo.
"Se noi accettiamo la posizione che l'umore dell'uomo, le sue motivazioni
ed emozioni, sono riflessi dello stato neurochimico del cervello, allora i
farmaci possono fornire il mezzo semplice, rapido e pratico di produrre
qualunque stato neurochimico desideriamo.
"Più presto smetteremo di confondere le affermazioni scientifiche e quelle
morali sull'uso delle droghe, e più presto potremo razionalmente considerare i
tipi di stati neurochimici che vogliamo diventar capaci di fornire alla
gente".