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Vaticano
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Vaticano,
un documento segreto per coprire i preti pedofili
Tratto dal
libro di Cosimo Cellammare: “Al di là dei mulini a
vento: crimini compiuti in nome di Dio”
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Ai prelati venne ordinato di nascondere con ogni mezzo gli abusi
LONDRA - Un documento "confidenziale" scritto
oltre 40 anni fa dal Vaticano ordinava ai vescovi di tutto il mondo di
coprire con ogni mezzo gli abusi sessuali commessi dai religiosi. Il
testo, 69 pagine tradotte in inglese, è stato pubblicato oggi dal
giornale londinese Observer.
Secondo quanto riferito dalla testata, il documento proviene
dall'archivio segreto del Vaticano. L'avvocato texano Daniel Shea,
impegnato in un caso di abusi sessuali all'interno della Chiesa
americana, ne avrebbe ottenuto una copia da un prete tedesco. Nel testo,
datato 1962, si indicano “le
procedure da seguire in caso di crimini di istigazione". Cioè
quelli in cui un religioso tende "a
sollecitare e provocare il penitente ad atti impuri ed osceni".
“Il peggiore dei crimini si legge - è quello costituito da azioni nei confronti di giovani di ambo i sessi".
Nel documento segreto, scritto sotto il pontificato di
Giovanni XXIII, il Vaticano impone ai vescovi di mantenere la massima
segretezza sulle accuse di abusi. Si invita ad "ammonire, correggere e, se il caso lo richiedesse, a sospendere"
i sacerdoti messi sotto accusa. "Ma
- si legge - tutti i prelati
devono gestire questi casi con la massima segretezza e vincolati al
silenzio perpetuo". Pena la scomunica.
"Questo prova - dichiara Daniel Shea - che vi era un complotto internazionale da parte della Chiesa per coprire gli abusi sessuali. E un subdolo tentativo di nascondere attività criminali". Secondo un portavoce del Vaticano, però, il testo indica solo “le procedure disciplinari nel caso che un prete sia accusato di aver sollecitato prestazioni sessuali durante la confessione". La segretezza sarebbe dunque tesa "a proteggere gli accusati, come avviene anche nelle procedure penali oggi. Ed è anche subordinata alla speciale natura segreta del sacramento della confessione". In ogni caso, riferisce il giornale, non proibisce alle vittime di presentare accuse civili.
E su questo punto insiste il reverendo Thomas Doyle, un
cappellano dell'Air Force statunitense in Germania. Secondo l'esperto di
diritto ecclesiastico, il documento non legittima l'ordine di silenzio
imposto alle vittime. “Pur
confermando la patologica ossessione per la segretezza che affligge
(www.repubblica.it/2003/h/sezioni/esteri/observer/observer/obscrver.hftffl
i (17 agosto 2003)
Riportiamo di seguito alcune delle 69 pagine del documento
originale tradotto in inglese dal giornale londinese Observer e alcuni
articoli del testo evidenziati dallo stesso giornale (il testo completo
è riportato nel sito summenzionato).
Tratto
dal libro: “Al di là dei mulini
a vento: crimini compiuti in nome di Dio”